
Scarica il viaggio: Diario di viaggio .pdf
Viaggio nelle Repubbliche Baltiche
(agosto 2025)
Cari Soci, questa estate dirigeremo il nostro treno caravanistico verso il Grande Nord Est, più precisamente in Lituania, Lettonia ed Estonia.
Erano anni che avevamo questo sogno nel cassetto e finalmente è giunto il momento di realizzarlo; sarà una bella avventura, di quelle che piacciono a me ed a Rosi: quasi 2.000 km e 3 giorni di viaggio solo per arrivare alla più meridionale delle tre Repubbliche.
La lunga attraversata attraverso l'Europa comprenderà la Svizzera la Germania e la Polonia per poi approdare alla prima delle tre capitali: Vilnius. Le soste in itinere prima di arrivare nelle Repubbliche Baltiche non sono state ovviamente ancora previste, ci regoleremo in base al tempo, alla stanchezza ed alla voglia di continuare a viaggiare, sicuramente saremo aiutati dalle ore di maggiore luce che procedendo verso Nord allungheranno sensibilmente la durata delle nostre giornate, altra quasi certezza: cercheremo di divorare chilometri sostando solo per risposare e ripartire il mattino seguente, vogliamo concentrarci sulle tre Repubbliche, per questo non visiteremo alcuna città tedesca o polacca.
Il treno è lo stracollaudato binomio, finora vincente, Jeep Grand Cherockee + Tabbert Comtesse, tagliando auto appena fatto, gomme nuove, la vettura con i suoi 227.000 chilometri e vent'anni di anzianità ha sempre dato prova di grande affidabilità.
Le dotazioni di bordo saranno essenziali, in linea con una vacanza fortemente itinerante: niente cucina esterna, solo un mono fornello da posizionare a terra se vorremo cucinare all'esterno, tendalino (ma solitamente in viaggi di questo tipo non lo si monta quasi mai), tavolo e sedie esterni se il clima consentirà di stare all'aria aperta.
Particolare attenzione alla dotazione di abbigliamento: in quei climi è fondamentale utilizzare vestiti tecnici secondo la modalità "a strati", con immancabile antipioggia, windstopper, e maglione, scarpe basse e scarponi alti in goretex. Ma poichè i popoli batici sono famosi per le loro saune (vi si trova la più elevata concentrazione di saune private pro-capite al mondo) porteremo costumi da bagno ed asciugamani: molti campeggi sono dotati infatti di sauna; i costumi poi ci serviranno perchè contiamo di fare delle tappe nel mar Baltico, ovviamente la modalità di vivere il mare a quelle latitudini è parecchio diversa a quella cui noi mediterranei siamo abituati ma ci proveremo, come ci siamo riasciti l'anno scorso nel nord della Germania contiamo di farci qualche bagno anche quest'anno.
Per quanto riguarda la cambusa pensiamo di portarci parecchio cibo in scatola dall'Italia: non sarà un viaggio enogastromico ma di scoperta ed esplorazione, il fattore cibo sarà di importanza relativa, aggiung poi che la cucina baltica non gode fama di essere particolarmente leggera, speriamo ci sia l'occasione per acquistare del buon pesce affumicato magari in qualche tipico mercato locale.
L'itinerario deciso è molto approssimativo perchè ci riserviamo la possibilità di effettuare variazioni strada facendo, comunque per sommi capi la prima vera sosta sarà Vilnius con a seguire Riga per poi fiondarci a nord est verso Tartu ed il lago Peipsi, tappa sul baltico del Nord, visita a Tallin e discesa lungo la costiera del mar Baltico.
Non cè molto da aggiungere se non il fatto che partiremo giovedi 7 agosto e che il nostro viaggio durerà tre settimane; in questi giorni mi sto dedicando con emozione ai preparativi, ci riaggiorniamo prima della partenza, in ogni caso conto di utilizzare questa discussione come un diario di viaggio in cui aggiornare in tempo reale gli accadimenti giornalieri.
Che gli dei pagani del Grande Nord veglino sulla nostra strada.
7 agosto Milano Thusis 200km
Prima sosta del nostro viaggio avventura, siamo in Svizzera, un grande parcheggio per mezzi pesanti defilato dall'autostrada, silenzioso, vicino ad un torrente, circondati dalle montagne.
In realtà ci sarebbe piaciuto fermarci al San Bernardino, decisamente più in quota in un panorama mozzafiato, ci avevamo sostato l'anno scorso di ritorno dalla Germania orientale, ricordo che avevamo acceso la Truma per stemperare la temperatura ed era ancora agosto.
Ma questa volta ci siamo arrivati troppo di buon'ora al San Bernardino, abbiamo ragionato un attimo ed abbiamo scommesso l'azzardo: si continua, all'avventura, sarà quel che sarà.
E' un'azzardo perchè, ci è già capitato in passato, rischiare di lasciare una sosta buona per l'incognito a volte c'è da pentirsi, il San Bernardino è in quota e bello fresco, il rischio era di trovarsi nella piana tedesca con 30 gradi.
Evidentemente Odino ci ha aiutati, dopo un'ora di viaggio, attorno alle ore 20 abbiamo trovato l'indicazione di questo parcheggio fuori dall'autostrada, ci siamo piazzati, abbiamo fatto una cena frugale e tra qualche minuto andremo a dormire, domattina si riparte di buon'ora la strada da percorrere è tanta, Vilnius è ancora lontana, il viaggio appena iniziato.
Emozione forte, tutto il nostro mondo ora è racchiuso tra una roulotte ed una auto trattrice, come dice un amico, chi viaggia vive due volte.
8 Agosto Thusis (Svizzera) Chemnitz (Germania) 657km
Sveglia alle 6, come previsto siamo tra gli ultimi a lasciare questa bella sosta, tutti i camion si sono messi in viaggio per tempo.
Quella di oggi è stata una lunga attraversata mitteleuropea attraverso la Germania orientale, autostrade gratuite, talvolta rallentamenti causati da interminabili cantieri (sono anni che troviamo lavori sulle autobahn tedeche) soste tecniche esclusivamente per carburante e per pranzare.
E poi chilometri e chilometri di asfalto su saliscendi collinari; la Germania orientale è molto verde e naturale: campi di cereali a perdita d’occhio, foreste, campi fotovoltaici e pale eoliche.
Caldo, parecchio, il termometro ha toccato i 32 gradi, una esagerazione a queste latitudini.
Speravamo di arrivare fino al confine con la Polonia ma alle 18,30 la stanchezza del lungo viaggio ha avuto la meglio, abbiamo deciso di cercare un campeggio nei dintorni di Chemnitz, Rosi ha trovato il MiO Camping a Ottendorf, in collina ad una manciata di chilometri dall’uscita dell’autostrada a Chemnitz, assoluatemnte strategico.
E’ una azienda agricola il MiO Camping, con alcune tende glamping ed una enorme piazzale in erba, piazzole non delimitate, corrente e acqua ovunque.
Pace, silenzio ed una vista che si perde per chilometri.
Alla reception ci accoglie la propietaria, indossa stivali color oro stile star trek, e siamo in campagna, semplicemente fantastica.
Una doccia ci toglie la stanchezza del viaggio, sosta azzeccatissima: una cena frugale, una occhaiata alla piantina per il viaggio di domani e via a a nanna, siamo neanche a metà del percorso di avvicinamento alle terre Baltiche, domani la lunga striscia di asfalto si dipanerà per tutta la Polonia.
On the road again.
9 agosto Chemnitz (Germania) Chlebow (Polonia) 598km
Questa mattina non siamo riusciti a partire prima delle 9,30, earvamo stanchi, complice la tranquillità ed il silenzio del campeggio abbiamo dormito fino alle 7,15.
Una volta in strada senza diffilcotà siamo arrivati al confine con la Polonia, abbiamo fatto il pieno di GPL a prezzi impensabili per la Germania e ci siamo fiondati in autostrada diretti verso Varsavia.
Non avevamo fatto i conti con il rientro dei migranti polacchi: auto targate D e UK ma con evidenza si trattava di rientro di lavoratori dall’estero, insomma, code code ed ancora code.
Poi caldo, il termometro ha segnato per tutto il viaggio 29 gradi, fortunatamente nel primo pomeriggio, imboccata la diramazione A2 per Varsavia il traffico veicolare si è diradato ed abbiamo rincominciato a volare.
La Polonia, almeno la parte che abbiamo attraversato oggi, si può riassumere con due parole: foreste e fattorie: immense foreste di abeti alternate da altrettanto enormi estensioni di coltivazioni ceralicole con pochi e sparuti centri abitati e fattorie.
Verso le 18 stanchi del lungo viaggio, abbiamo deciso che non era il caso di fermarci in autogrill: impelleva la necessità di una vera doccia, relax e fresco, Rosi ha cercato un campeggio in zona Lodz ed ha trovato questo minicamp-fattoria a Chlebow, Camping Bumerang.
Semplice all’estremo, nella campagna polacca, servizi igienici al limite dell’essenziale, silenziosissimo, non illuminato, ci si sposta con la lampada frontale.
Dotato di quello che serve: doccia, acqua, elettricità.
Un boccone frugale ed a nanna, domattina prima di partire qualche controllo tecnico alla macchina ed alla roulotte, dopo 1000 km è buona regola verificare olio e pressione pneumatici, dopodichè ci fionderemo nuovamente nel cuore del viaggio: contiamo di arrivare a Vilnius, Lituania, prima di sera.
10 Agosto Chlebow Kaunas (Lituania) 467 km
Lasciamo di buon’ora il Camping Bumerang (ci ho gaurdato bene più volte, lo scrivono con la U mica con la doppia O) per riprendere la lunga, interminabile attraversata della Polonia rurale: campi campi e ancora campi di mais, cereali, trattori e fattorie, sembra che tutto il grano del pianeta lo producano qua.
Lo sguardo spazia all’infinito, ma dopo tutto questo nulla sopraggiunge anche un pò di noia, paragono la Polonia alla varietà di paesaggi della nostra Italia e mi viene da sorridere.
Fa caldo, i 29 non mollano, pochi mezzi per strada, imposto il cruise a 100 sapendo che il limite per le caravan da queste parti è di 80, spero di non incappare in qualche autovelox, non importa, spingo sull’acceleratore.
Con Rosi decidiamo di saltare il pasto, si continuerà a condurre il treno caravanaistico fino alla Lituania, solo soste tecniche per il carburante.
Un cartello autostradale indica la direzione per Kaunas Lituania, cambiamo quindi la destinazione in itinere, perchè andare a Vilnius per poi puntare a Kaunas? Decidiamo di invertire le due destinazioni ed approadre prima a Kaunas.
Un altro cartello indica la direzione per la vicina Bielorussia, dopo un pò ne troviamo un altro che ci indica la direzione per Kaliningrad (Russia).
Non c’è dubbio, siamo in una parte di Europa per noi remota, lontana, inusitata.
Entriamo in Lituania e ci accoglie un fortunale con pioggia battente, la temperatura crolla a 16 gradi, penso che in Italy si schiatta a 38 gradi e mi sento fortunato.
Dopo mezz’ora esce il sole, il cielo è quelo del Grande Nord, il cielo che abbiamo visto in altri viaggi a queste latitudini: nuvole che segnano una profondità di campo spaventosa, vento che le muove a velocità notevole.
Ecco, siamo ad EST ma è lo stesso cielo del Grande Nord.
Il Lake Camping di Kaunas è alle porte della città, pulito, dignitoso ma rumoroso, è circondato da strade a scorrimento veloce, un casino, poco male ci passeremo solo una notte.
Ci posiazioniamo in piazzola e senza perdere un minuto andiamo a visitare il Memoriale alle vittime dal nazismo, nel Forte n° 9, alle porte della città.
Ci accoglie una gigantesca scultura in cemento armato molto alta e lunga decine di metri in puro stile brutalista, bellissima e toccante, al Forte n° 9 vennero internati e uccisi gli ebrei lituani durante l’occupazione nazista.
Una grande lapide a terra indica il sacificio dei soldati dell’Armata Rossa che qua tra il 1943 e 1944 trovarono la morte combattendo contro la belva nazista.
Rientriamo in campeggio, ceniamo questa volta con una buona pasta ed una insalata, domani mattina visiteremo il centro storico di Kaunas, nel pomeriggio lasceremo la città diretti a Vilnius, la capitale, dove inconteremo Astra e Laura.
11 agosto Kaunas Vilnius km 99
La mattina di oggi è stata dedicata alla visita di Kaunas, la sveglia non è stata un problema in quanto il campeggio è situato in prossimità di due superstrade, alle 6 c’era già un discreto traffico veicolare, in pratica sembrava di essere in autogrill, il Lake Camping di Kaunas credo si possa guadagnare la palma di più rumoroso campeggio che mai abbiamo frequentato.
La città antica è piccola, può essre visitata in mezza giornata, vale sicuramente la pena, la piazza principale è in via di rifacimento, purtroppo questo dettaglio rende impossibile una visita approfondita, complice il fatto che le attività ed i negozi aprono alle 10.
Visitaimo i ruderi del vecchio forte, nucleo storico originario della città e passeggiamo lungo l’acciotolato della via principale, tutti i bar, locali e ristoranti sono ancora chiusi, ci chiediamo come debba essre una serata da queste parti, certamente molto vivace.
Incontriamo due locali con la scriita “Strip tease” e ci sembra di fare un passo indietro di 40 anni quando questi locali erano in voga anche da noi.
Rientriamo in campeggio per le 11,30, ultima passeggiata in riva al lago, agganciamo il treno caravanistico e partiamo in direzione Vilnius, una inezia, meno di 100 km ci separano dalla capitale della Lituania.
Arriviamo al Camping Vilnius City all’ora di pranzo, in realtà si tratta di una grande area di sosta, su asfalto con bagni docce e cucina in prefabbricato.
Non ci aspettavamo nulla di meglio, nella mia esperienza di campeggiatore non ho quasi mai trovato un campeggio con standard elevati, questo per lo meno è molto tranquillo e silenzioso.
Pranziamo e decidiamo di passare il pomeriggio in relax, dopo giorni di forsennata attività, aspettermo Astra e Laura riposando in roulotte.
Il loro arrivo, alle 18,30 è una piccola festa, due buoni amici incontrati a più di 1000 km da casa sono una ghiottissima occasione per fare festa, passiamo la serata a raccontarci reciprocamente le esperienze fin qua vissute, ovviamente in una immancabile tavolata.
Andiamo a dormire soddisfatti, non prima di aver dato un utlimo sguardo alla magnifica torre della televisione, che, illuminata si staglia davanti a noi come se fosse una astronave pronta a decollare, domani ci attende la barooca Vilnius, l’avventura continua.
12 Agosto Vilnius
Tripletta.
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita del centro storico barocco di Vilnius, del lago Trakai e della torre della televisione.
Siamo arrivati in centro città al mattino presto, a negozi ancora chiusi e senza le folle di turisti, la città sembrava quasi addormentata, silente.
Abbiamo passeggiato per la Piles gatvè gustandoci la tranquillità e la bellezza dei palazzi, la qualifica di UNESCO del centro storico forse è un tantino esagerata ma comunque è bellissimo ed assolutamente imperdibile.
Altrettanto bella la cattedrale e la sua piazza monumentale.
Abbiamo pranzato in un ristorantino nel centro, finalmente ho provato la cucina lettone: uno stufato di verdure condite con la famosa panna acida ed accompagnate da riso bianco.
nel primo pomeriggio siamo ripartiti in auto alla volta di Trakai e del suo castello da fiaba: il lago Trakai suscita bellezze ed amozioni di altri altri tempi, con le sue 12 isolette, i pedalò, i barettini, il lungolago pedonale e le sue casette in legno, è una meta a soli 28 chilometri dalla capitale assolutamente da non perdere.
Passeggiando sul lungolago ci facciamo tentare da un giro in battello, ne vale assolutamente la pena: per i patiti della fotografia si possono scattare immagini bellissime i senza alcuno sforzo: il luogo è altamente fotogenico, difficire sbagliare uno scatto.
La temperatira è perfetta: 21 gradi, sole alternato a qualche nuovola, venticello costante, visitare luoghi in queste condizioni è assolutamente vantaggiaso, non sopravviene mai lo sfinimento da caldo che caratterizza altre latitudini.
Concludiamo la tripletta della della giornata recandoci ai piedi della torre della televisione di Vilnius, vista da vicino è ancora più bella ed affascinante, rinunciamo a salire alla terrazza panoramica posta a 67 metri di altezza perchè non è ammessa Alice,il cane di Astra.
Rientriamo in campeggio, una doccia rinfrancante ed una sacrosanta tavolata vicino alle nostre roulotte concludono degnamente la giornata.
Domani io e Rosi torneremo a Vilnius a concludere la visita della città, Lasceremo Vilnius nel pomeriggio con Astra e Laura alla volta della collina delle Croci, dove prevediamo di fare sosta libera notturna.
A domani per gli aggiornamenti.
13 Agosto Vilnius Siauliai 200km
La mattinata ci vede nuovamente a Vilnius per completarne la visita: iniziamo dalla “Repubblica di Uzupis” quartiere bohemienne di Vilnius abitato da artisti, squatter e poeti, ci arriviamo alle 10,30 del mattino e troviamo tutto chiuso, il quartiere dormiente e sonnolento, saranno andati tutti a letto da mezz’ora, sicuramente questo luogo dà il meglio di sè la notte.
Passeggiamo tra le sue strade, ammiriamo la scultura simbolo di Uzupis: “l’angelo che suona la tromba” fotografiamo la costituzione incisa in lastre metalliche in molte lingue tra cui l’italiano, ecco i suoi articoli.
1. Tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrere
2. Tutti hanno il diritto all'acqua calda, al riscaldamento d'inverno e a un tetto
3. Tutti hanno il diritto di morire ma non è un obbligo
4. Tutti hanno il diritto di fare errori
5. Tutti hanno il diritto di essere unici
6. Tutti hanno il diritto di amare
7. Tutti hanno il diritto di non essere amati
8. Tutti hanno il diritto di essere mediocri e sconosciuti
9. Tutti hanno il diritto di oziare
10. Tutti hanno diritto di amare un gatto e prendersi cura di lui
11. Tutti hanno il diritto di badare al cane fino a quando uno dei due muore
12. Il cane ha diritto di essere un cane
13. Il gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessità
14. A volte si ha il diritto di essere inconsapevoli dei propri doveri
15. Tutti hanno il diritto di avere dei dubbi, ma non è obbligatorio
16. Tutti hanno il diritto di essere felici
17. Tutti hanno il diritto di essere infelici
18. Tutti hanno il diritto di stare in silenzio
19. Tutti hanno il diritto di avere fede
20. Nessuno ha il diritto di usare violenza
21. Tutti hanno il diritto di apprezzare la propria scarsa importanza
22. Nessuno ha il diritto di avere un progetto per l'eternità
23. Tutti hanno il diritto di comprendere
24. Tutti hanno il diritto di non capire
25. Tutti hanno il diritto di appartenere a qualunque nazionalità
26. Tutti hanno il diritto di celebrare o non celebrare il proprio compleanno
27. Tutti devono ricordare il proprio nome
28. Tutti hanno il diritto di dividere ciò che posseggono
29. Nessuno può dividere ciò che non possiede
30. Tutti hanno il diritto di avere fratelli, sorelle e parenti
31. Tutti possono essere indipendenti
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
33. Tutti devono poter piangere
34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi
35. Nessuno ha il diritto di dichiarare colpevole il prossimo
36. Tutti hanno il diritto all'individualità
37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti
38. Tutti hanno il diritto di non avere paura
39. Non deludere
40. Non combattere
41. Non cedere
L’autoproclamata Repubblica di Uzupis celebra tutti gli anni a maggio l’anniversario della fondazione, le guardie di frontiera, buffamente vestite timbrano finti passaporti ed il presidente pronuncia un discorso.
proseguiamo la visita della città con il trecentesco palazzo dell’università ed i suoi tredici cortili interni e terminiamo passeggiando tra gli acciotolati vicoli dell’ex ghetto ebraico dove durante l’occupazione nazista trovarono la morte migliaia di ebrei.
Rientriamo in campeggio allora di pranzo, incontriamo Astra e Laura che rientrano dalla visita alla Torre della televisione, insieme lasciamo il City Camping Vilnius e partiamo per Siauliai alle ore 15.
200 chilometri di statale/autostrada ci conducono ad un luogo davvero particolare: la Collina delle Croci.
Devo essre sincero, programmando questo viaggio non lo avevo nemmeno insirito tra i luoghi da visitare perchè troppo turistico ma complice il fatto che Rosi ed i nostri compagni di viaggio ci tenevano a visitarlo ci sono venuto di buon grado.
Fondamentale è stata la scelta dell’orario: arrivando al parcheggio ale 18,30 le folle di turisti, i pullman ed il circo Barnum che ruota attorno a questo posto sacro si erano ormai dissolti, abbiamo posteggiato i treni caravanistici preparandoci per la sosta libera notturna e ci siamo addentrati nella collina delle croci: la luce del tramonto, il silenzio del luogo, la sacralità che qui si respira hanno reso la visita davvero toccante: decine di migliaia di croci di ogni foggia e dimensione rendono questo luogo mistico, anche per chi non appartiene alla religione cattolica.
Rientriamo in roulotte per una frugale cena, siamo in sosta libera nella sperduta campagna Lituana, il sole è appena tramontato sui campi coltivati, un contadino solitario rientra dopo una giornata di lavoro, con un tripudio di colori il cielo ci augura bona serata, sarà fantastica notte in sosta libera.
14 agosto, Siauliai (Lituania) Riga (Lettonia)
CI svegliamo alle 6 dopo una sosta libera silenziosa, sicura e piacevole alla Collina delle Croci.
Ci accoglie un gregge di pecore al risveglio, facciamo una colazione veloce e ripardtiamo alla volta della Lettonia e della sua capitale, Riga.
Entriamo in Lettonia, notiamo subito che il prezzo del carburante è più altto che in Lituania.
Chiedo a Rosi di verificare i PIL degli stati baltici,, mi conferma che dalla Lituania a salire aumenta la ricchezza prodotta, TAAAC ecco spiegato l’aumento.
Arriviamo sl City Camping Riga, stesso concept di Vilnius ma le piazzole sono in erba, stesso prezzo ma migliore location.
Pranziamo in piazzola, il sole è molto caldo e decidiamo di andare in città (peraltro raggiungibile a piedi) nel pomeriggio, con calma.
Tavolata in campeggio, qualche minuto di relax e poi facciamo spesa al vicino supermercato.
Alle 17 ci incamminiamo per la città vecchia di Riga, dista 2 chimoletri e decidiamo di andarci a piedi, la vettura è sconsigliata per il traffico e la scarsità di parcheggi.
Appena entrati nella città vecchia di Riga ci rendiamo conto della meraviglia di questa città: centianaia di palazzi in art nouveaux con decori, effigie, statue.
Un tripudio.
Questa volta UNESCO meritato al 100%, posso tranquillamente dire, uno dei più bei centri storici che abbia mai visto in vita mia.
Ci beviamo una birra in un locale, perfetto pub inglese, rientriamo in campeggio, è tardi, fa fresco, ceneremo in roulotte, domani si approfondisce la visita a Riga, La Bella.
15 agosto Riga
Ci svegliamo con calma, arriva un taxi in campeggio, gli chiedo il prezzo per portarci tutti a Vecriga la old town, troviamo l’accordo ed in un battibaleno ci troviamo al Market di Riga.
Il mercato si svolge parte all’aperto e parte all’interno degli hangar dismessi che un tempo erano il ricovero degli Zeppelin, l’architettura del luogo è affascinante.
i colori delle bancarelle del mercato sono da capogiro: frutti di bosco ovunque e poi ortaggi.
All’interno degli hangar bancarelle vendono carni, formaggi e pesce; si può fare la spesa oppure si può consumare in loco stile street food.
Ci facciamo un’idea di ciò che acquisteremo a fine giornata e lasciamo il Market per andare a piedi a pranzo in una stolovaya consigliata da una amica che era passata da Riga alcune settimane or sono.
Una stolovaya è una sorta di mensa-ristorante di origine sovietica dove vengono serviti piatti locali a prezzi assolutamente convenienti.
VeroNika, la stolovaya in questione, si trova nella periferia di Riga, ci arriviamo dopo una camminata di alcuni chilometri, dubbiosi ci presentiamo in Ganibu dambis 18/C, Vidzemes priekspilseta e non troviamo nulla: una vecchia casa in mattoni rossi, nessuna insegna, nulla di nulla.
Vediamo uscire tre uomini, gli chiedo se all’interno cè un ristorante, si guardano perplessi e mi dicono che non cè nessun ristorante qua, allora mi viene in mente di chiedere loro se cè una “stolovaya” e mi dicono di si.
Bingo.
Percorriamo un sentierino circonadato da prato e fiori ed arriviamo da Vero Nika,entriamo, siamo gli unici turisti, anzi gli unici non-lettoni, al stolovaya ha una bella sala semplice ma dignitosa all’interno, e tavoli in giardino, il cibo viene servito self-service, come nelle mense sovietiche degli anni 60.
Il cuoco parla inglese, ci spiega il contenuto delle teglie, si tratta di verdure cotte o crude, crauti, barbabietole in panna acida, insalata russa, carni con salse e panna acida servite su una base du zucchine, polpette, pesce del baltico.
Dimentico la mia dieta vegana e mi tuffo in questo spazio-tempo anni 60, mi affido ai consigli del cuoco e riempio il vassoio di pietanze che nella esclusiva e turistica Vecriga non avrei mai e poi mai potuto assaggiare.
I prezzi sono calmierati, con €13,50 in due io e Rosi ci siamo riempiti i vassoi.
L’esperienza è assolutamente appaganete ed imperdibile, un locale fuori da ogni guida turistica che ci proietta in una dimensione di reale esperienza difficile da trovare nella tragica omologazione che contraddistinque i tempi attuali.
Rientriamo in tram verso il Market, sembra di vedere ancora gli Zeppelin ricoverati all’interno dei padiglioni ed invece troviamo i famosi frutti di bosco locali, i funghi, il pesce affumicato del Baltico, non possiamo non acquistarne.
Rientriamo in campeggio, in taxi, ci riposiamo in piazzola e ceniamo tutti insieme: io Rosi Laura ed Astra, sono le ultime ore che passeremo insieme, domani i timoni dei nostri treni caravanistici punteranno in direzioni diverse: noi verso nord est, a Cesis per visitare il parco nazionale Gauja, Astra e Laura si spiengeranno a nord ovest verso la Estonia senza un meta precisa, si faranno guidare dall’intuito e dall’esperienza che certo loro non manca.
Con un pizzico di dispiacere ci separeremo, Astra e Laura si sono confermati buoni amici, speriamo di rivederli tra qualche giorno a Tallin, se sarà destino e se le divinità pagane del Nord lo vorranno.
16 agosto Riga Cesis 96km
In to the wild.
Ma andiamo per gradi.
In prima mattinata salutiamo l’equipaggio Astra e partiamo con destinazione Cesis nel parco nazionale Gauja.
Ci infiliamo nella A3 ed appena fuori Riga ci troviamo immersi in foreste, chilometri e chilometri di foreste; la strada è poco trafficata e l’asfalto in ottimo stato, la temperatura esterna 19 gradi, le nuvole, enormi batuffoli di cotone, si alternanno al sole, si viaggia che è un piacere; paesaggio strada e meteo sembrano stati creati apposta per il piacere del caravanista intinerante che a queste latitudni trova il massimo della sua espressione e soddifazione.
Entriamo nel Parco Nazionale Gauja, 3km fuori Cesis si trova la nostra meta odierna: il camping Zagarkalns.
Entrando nel campeggio ci troviamo improvvisamente proiettati in un’altra epoca: qua siamo agli albori del campeggismo, quello nato in Gran Bretagna e Germania agli inizi del secolo scorso, quel campeggismo che in Italia ed in molti paesi d’Europa non esiste più da decenni.
Il Camping Zagarkalns non ha piazzole, i pochi e spartani servizi igienici sono casette in legno, le prese elettriche sono cotituite da un paletto basso con attacco tedesco e vanno cercate, con attenzione.
Il fiume Gauja, placido fiume dalla acque pulite e brulicanti di trote, attraversa il campeggio, sganciamo e parcheggiamo la roulotte in prossimità della riva.
Pochi camper, quasi tutti tedeschi, il silenzio è rotto solo dal vento e dal rumore dell’acqua che scorre.
Non si sente una parola, io e Rosi, istintivamente, iniziamo a parlarci sussurrando, siamo diventati parte di questa elfica foresta.
Pranziamo, all’aperto c’è da stare coperti, quando i batuffoli coprono il sole fa quasi freddo.
Lavo i piatti: la postazione è una tettoia di legno piccola da ospitare due lavelli.
L’idea era di fiondarci immediatamente a visitare Cesis ma è impossibile lasciare il campeggio, siamo magneticamente uniti a questo stupefacente spettacolo della natura, le immense foreste che ci circondano, la placida potenza del fiume Gauja ci tengono incatenati in questa bolla di spazio-tempo.
Gruppetti di persone in kayak e canoe ci scorrono davanti agli occhi, qua si affittano e si percorre il fiume in placida discesa.
Prendiamo la macchina, andiamo a Cesis.
Cesis è una piccola,deliziosa,tranquilla cittadina all’interno del parco.
Passeggiando tra le vie acciotolate si possono vedere belle case in legno.
Da un cortile sentiamo musica jazz, ci affacciamo, è uno spazio espositivo, si espongono foto di Albert Ulvis; molto bella la mostra, raccoglie lavori degli anni 70, tutti scatti in rigoroso bianco e nero analogico.
Continuiamo la nostra visita alla cittadina, ci imbattiamo in una fabbrica dismessa, un edificio a mattoni rossi inizio ‘900, all’interno un bar ed una mostra di arte contemporanea, per la somma simbolica di 3 euro entriamo e la visitiamo.
Sono le 18, la temperatura scende a 17 gradi, rientriamo in campeggio, ci attende una cena in roulotte a base di salmone affumicato ed alghe del Baltico.
Sono le 21, c’è una luce che sembra pomeriggio, in vari punti del campeggio si accendono fuochi nei barceri.
Fuochi!
Fuochi, come ai tempi andati del pionerismo campeggistico.
In un’epoca in cui in Italia sovente sono vietate le griglie a carbonella in Lettonia si accendono falò notturni nel cuore di un parco nazionale.
E’ ferragosto, il silenzio è assordante, se paragono questa situazione in questo preciso momento a quella di molte località di mare del nostro Paese mi commuovo, mi sento fortunato, mi copro meglio con la coperta, la temperatura sta scendendo, i fuochi rischiarano la notte, guardo verso il cielo, un rapace sta facendo ritorno, avrà certamente avuto una buona giornata.
In to the wild.
17 agosto Cesis Parco Nazionale Gaujas
Dopo una notte di pioggia battente la giornata di oggi, soleggiata e con nuvole in viaggio, è stata dedicata alla visita di alcune rinomate località all’interno del parco Gauja: ci siamo recati nella vicina Sigulda che ospita i due castelli: quello denominato “New castle” di ottocentesca costruzione in stile neogotico ed il vecchio castello Livoniano, di cui rimangono i resti, ben restaurati.
Il terzo castello che visitiamo è quello di Turaida, a pochi chilometri di distanza.
Tutte queste mete sono decantate dalle guide come imperdibili e fiabesche, sono sicuramete interessanti e valgono certamente una visita ma forse il blasone che gli si attribuisce è un pò eccessivo.
Rientriamo nel pomeriggio al camping Zagarkalns, c’è ancora sole, ci sediamo sulle sdraio, io e Rosi, con una birra in mano, di fronte al placido Gauja che ci scorre innanzi, penso che la bellezza di questo luogo sia superiore a tutti i luoghi rinomati oggi visitati.
Ma allora mi chiedo, quale l’essenza del campeggismo? Quale è lo scopo ultimo del visitare? Quale è la essenza di tutto questo se un fiume con la foresta che mi circonda mi attira maggiormente rispetto a luoghi decantati su tutte le guide turistiche? Non ho una risposta pronta,la questione è profonda, coinvolge la concezione di “fare campeggio” rispetto a quella di “fare turismo”.
Il “fare campeggio” era nato con l’intemto di ritrovare un perduto rapporto con la natura, forse che in questa fase della mia vita sia questo ciò che cerco?
Non saprei, queste due anime convivono in me, da sempre e talvolta una prende il sopravvento sull’altra.
Domani ripartiremo, lascieremo questo luogo paradisiaco, ci attende Tartu città anseatica, una notte, non di più, poi riparturemo, nomadi in terra Baltica, alla ricerca di noi stessi e delle nostre passioni nell’ambiente che ci circonda.
18 agosto Cesis Tartu 178km
Questa mattina prima di lasciare il campeggio abbiamo deciso di fare un breve trekking all’interno del parco Gaujas, un sentiero parte proprio a pochi metri da noi.
Un paio d’ore immersi in una foresta, costeggiando il fiume Gaujas, a tratti incontriamo qualche stagno, la potenza della natura si percepisce nitidamente.
Rientriamo, in pochi minuti espletiamo le manovre di aggancio e partiamo non senza rimpianto.
La A3 che si srotola fino a Tartu è una indescrivibile statale in mezzo a foreste interrotte da qualche fattoria e coltivazioni cerealicole.
Poco traffico, guidare in queste condizioni è un vero piacere.
Entriamo in Estonia a Varka/Valga la città divisa tra due stati, Lettonia ed Estonia; vorremmo visitarla ma è già pomeriggio, dobbiamo arrivare per tempo a Tartu.
A Tartu ci attende una area sosta dotata di carico-scarico ed elettricità, prezzo 22 euro, per le docce altri 2 euro, non c’è possibilità di lavare i piatti.
Per una notte va più che bene.
Ci posizionaiamo nella piccola area del porticciolo sul fiume, pochi mezzi, tranquillità; più in là un piazzale strapieno di camper, istintivamente ce ne siamo stati alla larga.
Tartu città anseatica, è carinissima, piccola cittadina, rinomata per la sua università, la piazza del Municipio e la statua con gli innamorati che si baciano, foto di rito, passeggiamo per i viali acciottolati.
Andiamo a cena alla birreria Grundpowder, ambiente via di mezzo tra birreria di Monaco e pub inglese, si tratta di una ex polveriera, molto particolare, ceniamo con della ottima lager locale e piatti estoni a base di carne e panna acida, cotoletta.
Dopo cena passeggiamo per il vicino parco, ci rendiamo conto che Tartu, come tutte le città delle Repubbliche Baltiche finora visitate ha una concentrazione di parchi ed alberi che ci fanno vergognare, a queste latitudini c’è una idea di urbanizzazione che noi ci sognamo.
Ovunque pulito, non una carta in terra nemmeno mozziconi di sigaretta, il paragone con altre metropoli europee è imbarazzante.
Il tenore di vita è elevato, lo si capisce dal parco auto, macchine importanti molto diffuse.
Ci stiamo innamorando ogni giorno di più di questi posti, la sensazione di sicurezza è ovunque diffusa, poco disagio, risibile direi, molto rispetto degli altri.
adesso siamo in roulotte, guardo fuori dal finestrino, vedo l’acqua del fiume Emajogi che placida scorre a qualche metro dalla nostra roulotte per sfociare a diversi chilometri di distanza nel lago Peipsi, sognerò questa notte le sue acque ed in sogno arriverò al lago Peipsi, meta della tappa di domani.
Sogno e realtà si fondono, il viaggio continua.
19 agosto Tartu Mereoja 180km
Siamo sul Baltico, finalmente.
Ma per arrivarci abbiamo avuto una giornata di viaggio e scoperte, anche oggi.
Lasciata l’area sosta di Tartu, voto scadente per il rapporto prezzo-servizi erogati, valida solo per la sua posizione e per la piazzola carina che siamo riusciti ad avere, ci immettiamo in statale in direzione del lago Peipsi; arriviamo a Vanja il primo dei piccoli paesi dislocati sulla “Onion route” facenti parte dei paesi dei cosiddetti “Vecchi Credenti”.
Questa regione è molto particolare: I vecchi credenti sono gli appartenenti allo scisma ortodosso che anticamente li costrinse a fuggire dalla Russia per eviatare le persecuzioni, si stabilirono proprio su questa costa del lago Peipsi.
Da sempre dediti alla coltivazione delle cipolle ed alla pesca, la loro economia tracollò con il crollo dell’Unione Sovietica: le cipolle che prima venivano esportate a Leningrado dal 1991 poterono essere vendute solo sul mercato interno.
Da una decina di anni i paesi dei Vecchi Credenti sono stati riscoperti dal turismo e la onion route è stata divenuta un must per chi transita dalle parti di tartu con anziane signore che sedute fuori dalle loro case in legno colorate vendono pesce secco di lago e cipolle.
Decidiamo di non fermarci in campeggio ma di continuare sulla strada e di fermarci all’occorrenza per visitare i luoghi, è un azzardo, 12 metri di treno non li posteggi ovunque ma nei viaggi bisogna osare altrimenti si rischia di perdere preziose opportunità.
Saremo premiati: non troveremo alcuna difficoltà nel percorrere le strette strade che uniscono i paesi dei Vecchi Credenti, riusciremo a posteggiare agevolmente, ad acquistare pesce secco di lago, cipolle e cetriolini sotto aceto artigianali.
Ci fermiamo a Kolkja ad acquistare dei panificati con patate, uova, cipolla, carne da Paaniku Tareke gestito da due simpatiche signore.
Ripartiamo verso nord percorrendo la statale che costeggia il lago, vogliamo fermarci per pranzare,troviamo una sosta, parcheggiamo a pochi metri dall’acqua, consumiamo i panificati guardando l’infinito lago Peipsi, di fronte a noi la Russia.
La Russia! Sembra a portata di mano.
Ripartiamo, il navigatore ci fa uscire dalla rassicurante A3 per immetterci in piccole provinciali, si susseguono boschi a perdita d’occhio per chilometri e chilometri, senza quasi incontrare anima viva, ogni tanto solo qualche sparuta casa di agricoltori, diluvia, siamo soli sulla provinciale, davanti a noi un grosso quadrupede selvatico non meglio identificato ci attraversa la strada, meno male che prodecedamo lentamente.
La Estonia è proprio bella, piena di natura, l’aria, il profumo dell’aria è difficile da descrivere.
Arriviamo finalmente sul Baltico, entriamo nel camping Mereoja, da anni vince il premio ACSI, ci sarà un perchè.
Struttura nuova, bagni con musica, la pulizia dei quali farebbe invidia a quelli del Caravan Park Sexten, sauna a richeista, wifi ovunque, piazzole spaziosissime, quasi tutte vista mar Baltico, si accede alla spiaggia tramite una scalinata.
Ci fiondiamo a vedere il mare, passeggiamo per un paio d’ore in spiaggia, sembra non aver fine, vento forte, nuvole, temperatura 15 gradi, ad un tratto tre bambini in costume da bagno, giocano con la sabbia con le onde che li bagnano, come se fossero nel mar Adriatico.
Rientriamo alla roulotte, un tramonto rosso e rosa incendia l’ovest, una cena a base di aringhe ci attende, dalla dinette vediamo il Baltico fino all’orizzonte, poche miglia oltre al quale, lo sappiamo, c’è la Finlandia.
20 agosto Meroja: Sillamae,Narva, Khotla Jarve
Oggi abbiamo visitato tre cittadine della parte nord orientale dell’Estonia: Sillamae, Narva e Khotla Jarve, entrambe hanno in comune l’ingombrante vicino, la Russia.
A Sillamae ci capitiamo per caso, cercando GPL entriamo in città e scopriamo una cittadina molto interessante: in epoca Sovietica era una base di estrazione dello scisto bituminoso, dal quale si estraeva l’uranio.
Era una località segreta, non segnata nelle mappe dell’Unione Sovietica, aveva un nome in codice e gli abitanti godevano di una siuazione privilegiata per via della particolare attività che svolgevano.
Vicino al municipio campeggia una statua raffigurante un uomo possente che sorregge un atomo, ci addentriamo tra le case di tipica concezione sovietica, i viali ed i giardini puliti ed ordinati, non cè quasi nessuno per strada, il visitatore viene catapultato in un mondo che non esiste più.
Vento, temperatura 13 gradi, entriamo in auto con piacere, abbiamo bisogno di tepore.
Lasciamo Sillamae ed arriviamo a Narva, la cittadina più orientale della Estonia, separata dalla Russia dall’omonimo fiume, Narva non ha nulla ache vedere con le altre località estoni: decadente, con molti negozi chiusi per cessata attività, semideserta, i suoi palazzi in male arnese, Narva è un sogno, un luogo che sembra chiamare la madre da cui è stata separata nel 1991.
La statale 1 si interrompe in prossimità del ponte che funge da terra di nessuno tra Estonia e Russia, una lunga fila di persone attende di passare la frontiera.
Ci avvicianiamo al fiume Narva, nella sua sponda opposta bambini famiglie e pescatori sembrano raggiungibili allungando una mano, sono di fatto distantissimi.
A Narva si parla solo russo, gli abitanti sono russi, a tutti gli effetti è una enclave russa in territorio estone.
In un parco cè una festa, ci vengono regalate due bandierine estoni e due cioccolatini, ci fermiamo a guardare le danze popolari rappresentate in abiti tradizionali, è tardi dobbiamo ancora memmerci in movimento.
Sulla via del ritorno, prima di arrivare in campeggio visitiamo la cittadina di Khotla Jarve, anch’essa silente, dormiente ed apparentamente disabitata.
Altra classica cittadina in odore di architettura socialista, blocchi di case dove alloggiava la popolazione, una casa della cultura sede di concerti e cinematografo, una scuola.
Molto verde, parchi e giardini ben curati ovunque, un sogno per noi che veniamo da altre latitudini.
Rientriamo in campeggio, stanchi ma anche oggi abbiamo visto tanto, la Estonia si conferma il nostro sogno ad occhi aperti.
21 agosto Mereoja Parco Nazionale Lahemaa
la giornata di oggi è stata dedicata alla visita del Parco Nazionale Lahemaa, oddio, definirla “visita del parco nazionale” è alquanto esagerato visto che il suddetto Parco ha una estensione di 725 km quadrati!
Diciamo che abbiamo scelto una microzona e bon, il resto nella prossima vita.
Siamo quindi approdati a Kasmu remoto villaggio situato in una delle tre penisole del Parco, abbiamo visitato il Museo del mare, in realtà si tratta della casa museo di un anziano ex marinaio e sommozzatore dell’esercito che, appassionato di tutto ciò che ha a che fare con la navigazione ha raccolto, nel corso di una intera vita una quantità impressionante di cimeli marinareschi.
La visita vale assolutamente la pena, l’odore di cose vecchie, di legno, di pergamene che si respira in quella casa di fronte al Baltico è qualcosa di formidabile, il Capitano, come io l’ho amorevolmente soprannominato, ci ha condotti stanza per stanza attraverso un percorso fatto di esperienze, aneddoti, racconti, cimeli marinareschi.
Ci salutiamo con una foto ed una stretta di mare, buona continuazione, Capitano!
Proseguiamo in un sentiero lungo il mare disseminato di massi erratici, resti della glaciazione di 14.000 anni fa.
Sono ovunque i massi erratici, alcuni giganteschi,si innestano in un panorama difficile da descrivere.
Alcuni cigni si spostano tra le acque pochissimo salmastre del Baltico, la pace è ovunque.
E’ ora di rientrare, dobbiamo iniziare a preparare la caravan per la partenza di domani, lasceremo il Camping Meroja con destinazione Tallin.
Andiamo a pagare i tre giorni di sosta, non posso esimermi dal complimentarmi con il proprietario, il miglior campeggio delle Repubbliche Baltiche (non a mio modesto ed inutile parere ma certificato da ACSI negli ultimi due anni).
Un gigantesco arcobaleno si staglia davanti a noi, il Baltico del nord ci saluta, domani lasceremo questo ennesimo paradiso con destinazione Tallin.
22 agosto Mereoja Tallin 159km
Ci mettiamo in strada con un filo di rimpianto, ma si deve fare, si parte con cielo plumbeo, ha piovuto fin quasi il momento dell’aggancio.
La A1, molto scorrevole, ci porta fin quasi a Tallin, entriamo al Vanamoisa Camping attorno alle 12 con il sole; il meteo del Grande Nord è così.
Bello il Vanamoisa Camping, all’altezza della sua fama, piazzole enormi in autobloccante perfettamente in bolla, nessun albero, come si richiede a queste latitudini, colonnine capillarmente distribuite.
Bagni moderni e puliti, sconto ACSI anche ad agosto, campeggio promosso a pieni voti.
A 750mt cè la stazione del treno per Tallin,facciamo appena in tempo a tirare giù i piedini che siamo in stazione, in 20 minuti arriaviamo in città.
E’ ora di pranzo, entriamo nel grande mercato, mangiamo in un piccolo ristorante Uzbeco con un ottimo piatto di riso pilaf, carne e verdure.
Poco dopo siamo nella famosa città vecchia di Tallin, la sua fama UNESCO è meritata, i palazzi del 15° secolo si susseguano senza finire di stupirci, la sua bellezza è fantastica.
Tallin però ha un problema, un gigantesco problema: è letteralmente invasa dai turisti, nelle strade si sente parlare una babilonia di lingue europee, tutti i piani terreni di questi palazzi bellissimi sono diventati sedi di attività commerciali: ristoranti, bar, pub, gallerie d’arte, negozi di souveinir, negozi di paccottaglia spacciata per antichità sovietiche.
Una folla indescrivibile si riversa in ogni vicolo, in ogni via, in ogni piazza, in ogni belvedere.
Ad aumentare il caos ci pensano le navi da crociera che vomitano migliaia di turisti ogni giorno, a nulla valgono le rassicurazioni della Lonely Planet sul fatto che alle 17 le navi ripartono e quindi i passeggeri devono risalire a bordo liberando la città, Tallin anche dopo le 18 è ancora infestata di folla.
Bisogna farsene una ragione ed accetarla per come è, mi chiedo come era questa città quaranta anni fa, ma sono pensieri inutili, ciò che conta è come è adesso.
Prima di prendere il treno del ritorno ripassiamo dal mercato, adiacente la stazione, aquistiamo frutti di bosco per la colazione di domani e salmone affumicato per la cena di stasera.
Domani saremo ancora a Tallin ma per un intinerario alternativo rispetto alla città vecchia: non ne posso già più di folla.
23 agosto Tallin
Oggi ci siamo svegliati con molta calma, abbiamo iniziato la giornata visitando la torre della televisone di Tallin.
Costruita in occasione delle Olimpiadi di Mosca del 1980, salire al suo 21° piano ed ammirare Tallin dall’alto è una bellissima esperienza, il colpo d’occhio è notevole: la quantità di boschi che circondano la capitale della Estonia la dice lunga sulla qualità della vita da queste parti.
Beviamo un caffè sulla terrazza panoramica, è tempo di lasciare la Torre e proseguire con le scoperte della giornata: la seconda tappa è dedicata alla vista del villaggio olimpico delle Olimpiadi del 1980, situato a Pirita, appena fuori città, vicino a Tallin infatti hanno avuto sede le competizioni acquatiche, Oggi il villaggio olimpico non è più utilizzato ma è contrassegnato come “monumento nazionale” e come tale protetto da vincolo, la sua architettura è infatti molto particolare ed avveniristica per l’epoca in cui fu edificato; foto di rito compreso il simbolo delle olimpiadi di Mosca 80 esposto in un molo del porto e poi via.
Terza tappa della giornata è stata la visita ad un parco dove sono esposte le statue dei dirigenti dell’epoca sovietica rimossi dopo l’indipendenza del 1991.
In queste tre visite abbiamo potuto apprezzare la mancanza delle folle che ieri invadevano il centro storico di Tallin, qualcosa di diverso rispetto a quanto proposto in modalità omologata da tutte le guide turistiche.
Rientriamo in campeggio a metà pomeriggio, facciamo “riunione vacanze” per pianificare il viaggio di ritorno, domani infatti lasceremo Tallin per iniziare la manovra di rientro che attraverso Estonia,Lettonia,Lituania,Polonia,Germania e Svizzera ci vedrà finalmente rientrare a casa, noi, equipaggio ramingo per l’europa del Nord Est.
Contiamo di spezzare il viaggio con una sosta intermedia di un giorno, ci aggiorneremo presto.
24 agosto Tallin Marijiampolè km 620
Siamo al camping Marijampolè, quasi al confine con la Polonia, da Tallin a qui 620 chilometri di acqua, 10 ore initerrotte di secchiate d’acqua.
Paradossalmente qui nel Baltico dove piove spesso non sanno cosa sia l’asfalto drenante per cui abbiamo attraversato Estonia, Lettonia e Lituania circondati da una nube di acqua sollevata dalle ruote dei veicoli in sorpasso o che ci precedevano.
Temperatura mai sopra gli 11 gradi, le statali che collegano Tallin a Kaunas sono decisamente scadenti, ci hanno fatto rimpiangere quelle incontrate nella nostra salita ma allora procedavamo verso nord-est questa volta nord-sud, traffico di TIR costante, auto impazienti in sorpasso pericoloso.
La principaple imputata è la E67, nome altisonante ma che di strada europea ha ben poco: due corsie, spesso rappezzata, dell’asfalto non drenante ho detto.
La guida ne risulta assoluatemnte non rilassata: Impossibile impostare il cruise control, tallonati da camion che ti vogliono superare e da controlli radar che ti vogliono multare.
E’ considerata autostrada e si può viaggiare a 92 di tachimetro oppure statale e vige la tagliola dei 70? non l’ho capito, se i TIR mi tallonavano accceleravo ma con un occhio agli autovelox che ad ogni incrocio imponevano i 70.
Insomma, una guida che richiede costante attenzione e mai e poi mai rilassamento.
Il tutto come detto sotto un dulivio universale, alle 19, in prossimimità del campeggio Marijiampolè, sotto pioggia battente, io e Rosi ci diciamo: “ ma è inutile andare in campeggio, non si riuesce nemmeno ad uscire dalla macchina e tirare il cavo della corrente”.
Meditiamo di continuare in direzione Polonia (mancano una manciata di chilometri) e dormire in Autogrill, riflettiamo: “ci fermiano, non sganciamo nemmeno, non c’è da tirare la corrente, giù un piedino e la sosta è fatta.”
Sotto il diluvio ha sicuramente un senso, il problema sono i camion frigo che non mancano mai e sempre uno ti si posiziona di fianco, se non c’è un camion frigo c’è il suo collega che tiene il motore acceso per ore inspiegabilmente, oppure quell’altro che arriva a mezzanotte e quello che alle tre del mattino accende il motore per ripartire.
E poi il rumore dell’autostrada.
Insomma una Babilonia.
Per questo motivo releghiamo le soste in autogrill solo ai casi estremi, quando non troviamo alternativa.
Magicamente cessa di piovere, decidiamo di tentare con il campeggio.
A Marijampolè ce ne sono due, uno a 50 metri dall’altro, entriamo nel primo, vuoto, siamo gli unici avventori.
Boh.
Arriva di corsa il proprietario, scusandosi, era andato a portare a spasso il cane, ci comunica la tariffa per una notte: 40 euro.
40 euro, roba da matti, in Estonia al camping Mereoja con la musica diffusa nei bagni, camping premato ACSI come il migliore del Baltico avevamo pagato molto ma molto ma molto meno.
Ci sentiamo presi in giro, ringraziamo, salutiamo, accendiamo il motore e ce ne andiamo, il camping era vuoto, rimarrà vuoto.
Andiamo al vicino “Camping Marijampolè” ci sono diversi chemper tedeschi, buon segno, ci accoglie il guardiano notturno, 30 euro a notte, siamo nella media baltica, accettiamo.
Doccia, cena e diario serale, domani si riparte di buon’ora, vogliamo divorare il più possibile la Polonia.
25 agosto Marianpolè (Lituania) Wroclaw (Polonia) km 743
Partiamo presto, in un battibaleno siamo inghiottiti dal nastro di asfalto, vogliamo percorrere più possibile la Polonia.
Le autostrade della Polonia, gratuite, permettono una guida molto rilassata: cruise control inserito e per ore e ore si può pilotare la propria caravan senza fatica, è noiosa e monotona ma consente di percorrere molti chilometri senza sforzo.
Gli “autogrill” sono molto grandi, ben studiati e poco trafficati.
Alcuni esempi: a differenza dei nostri si può fare carburante e raggiungere un parcheggio per riposare, in Italia devi scegliere l’una o l’altra opzione, dopodichè ti ritrovi a precorrere la rampa di uscita.
Le temperature sono sufficientemente basse da consentire la sosta e mangiare dentro la roulotte, cosa impossibile per i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo.
Molti “autogrill” sono dotati di area di parcheggio appositamente dedicata alle caravan.
L’idea era di sostare e dormire in una di queste ma con il passare delle ore cambiamo idea, Park 4 night ci fornisce in un battibaleno un campeggio in zona Breslavia, li chiamiamo chiedendo l’orario massimo di arrivo, ci rassicurano, la meta è decisa: Gadabout Hostel and Camp, le recensioni sono lusinghiere, ci andiamo.
Una volta arrivati ci rendiamo conto che Gadabout non sfugge alla legge dei campeggi di città: raffazzonato, scadente, inserito in una zona industriale, secondo noi sopravvive perchè è l’unico in zona.
Ci chiediamo da dove scaturiscano le recensioni di Park4Night, troppo spesso esageratamente generose, ma in ogni caso questo campeggio, seppur di non buona qualità ci toglie dall’impiccio di dover dormire in autostrada perciò che sia benedetto.
Dopo aver parcheggiato la roulotte in piazzola mi rendo conto che l’attacco allla colonnina è uno standard locale a me sconosciuto: si tratta di una presa schuko con l’aggiunta di uno spinotto che rende impossibile l’inserimento della spina, credevo di avere tutti gli adattatori d’Europa ma evidentemente mi sbagliavo, e ne ho girati di Paesi europei, non si finisce mai di imparare.
Chiamo il gestore, gli spiego che mi serve un adattatore, molto gentilmente me ne impresta uno.
Doccia, cena e poi messaggio ad Astra, si trovano a Cracovia, stanno rientrando, chissà se riusciremo ad incrociare i timoni per un rientro congiunto…
26 agosto Wroclaw (Polonia) Bautzen(Germania) 200km
Lasciato il campeggio da mille e una notte di Bratislava in breve giungiamo al confine tra Polonia e Germania, c’è un pò di coda, tra i due Paesi è stato momentaneamente sospeso Schengen.
Passato il controllo ci attende dopo pochi chilometri il campeggio della cittadina di Bautzen “Natur und Abenteuer”.
Bautzen merita una visita, è un paese medioevale di etnia Sorba, il camping è molto bello, standard elevati, clientela silenziosa, come piace a noi.
Buona notizia, l’equipaggio Astra è in arrivo, dopo aver parcheggiato in piazzola la caravan prenziamo e ci dirigiamo in paese per visitarlo.
Nel tardo pomeriggio ci raggiungono in paese Astra e Laura, pranziamo in un ristorante con piatti locali, passeggiamo per i bei viali acciotolati di Bautzen ammirando le molteplici torri, i palazzi antichi, visitando il museo della etnia Sorba.
Domani io e Rosi avremmo dovuto puntare direttamente in Svizzera per arrivare dopodomani a Milano ma complice il fatto che in Italia è prevista allerta meteo decidiamo di prolungare di due giorni la vacanza in Germania: domani con Astra e Laura andremo alle terme di Erding, nel piazzale dello stabilimento termale faremo sosta libera, visiteremo Monaco e rientreremo a Milano non prima di sabato, seguiranno aggiornamenti.
27 agosto Bautzen Erding 506km
Lasciamo Bautzen alle ore 12 e ci immettiamo in autostrada, viaggiamo senza intoppi, siamo fortunati, non incontriamo rallentamenti.
Alle 19,30 arriviamo al mega parcheggio delle terme di Erding.
Lo stabilimento termale di Erding, il più grande d’Europa, mette a disposizione, oltre ad una area sosta anche un gigantesco parcheggio gratuito non dotato di servizi.
E’ un giorno feriale, il piazzale è vuoto, sganciamo e parcheggiamo le caravan, la temperatura è ottima, possiamo cenare all’aperto, tavolata e cena insieme.
Frigo a gas, batteria servizi, serbatoio acqua riempito al massimo, fino a venerdì mattina utilizzeremo i servizi della roulotte.
Complimenti ad Astra per la location, promossa a pieni voti, non fosse stato per lui adesso saremmo al San Bernardino sotto un pericoloso diluvio, tutte le Alpi sono in allerta rossa meteo, condurre un treno caravanistico in condizioni meteo estreme non è piacevole né sicuro.
Domani in mattinata andremo a Monaco, nel pomeriggio terme.
28 agosto Erding Monaco
La mattina di oggi e’ stata dedicata ad una piacevole gita nella vicina Monaco.
La stazione del treno è vicina all’area sosta, decidiamo di non utilizzare le auto e di muoverci in treno; arriviamo a Monaco in tempo per fare un giro al mercato del centro e per vedere in azione alle ore 12 il famoso carillon di Marienplatz.
Bella Monaco, l’avevamo già visitata ma si ritorna sempre volentieri.
Pranziamo alla mitica ed imperdibile birreria HB, rientriamo ad Erding nel pomeriggio giusto in tempo per dedicarci un paio d’ore di benessere alle famose terme.
Non appena entriamo io e Rosi rimaniamo un po’ stupiti per l’atmosfera decisamente caciarona e festeggiante degli ospiti, in realtà più che di uno stabilimento termale clsssico si tratta di un gigantesco Circo Barnum con scivoli, piscine con onde, dj che mettono musica, bar nell’acqua, gente che beve cocktail, bambini che giocano.
Nonostante tutto riusciamo a trovare un angolo tranquillo e goderci l idromassaggio, la zona relax e la sauna.
Diciamo che la nostra concezione di terme è un tantino diversa.
Diversa è la situazione per chi usufruisce della zona naturista, in quel caso la tranquillità è assicurata.
Rientriamo alle roulotte, pioviggina, ceniamo e poi a nanna, domani ci attende l’ultima tappa del viaggio, il mitico San Bernardino.
29 agosto Erding (D) San Bernardino (CH) km 375
Lasciamo Erding con molta calma, in tarda mattinata dopo aver pranzato e con Astra e Laura partiamo per quella che sarà l’ultim atappa di questo viaggio: il mitico San Bernardino in Svizzera.
Arriviamo al parcheggio del passo all’imbrunire, come previsto la temperatura è molto bassa, siamoa ttorno ai 7°, il tempo di parcheggiare ed inizia a piovere.
Ceniamo all’interno delle roulotte, ultima notte di vacanza.
30 agosto San Bernardino (CH) Milano km 163
Una pioggia battente accompagna i nostri sogni per tutta la notte, piove talemte forte da non farci sentire il vicino traffico autostradale, mi sveglio per accendere la Truma, siamo in agostoma si gela, torno sotto le coperte per un’altra oretta.
Alle 7 siamo tutti in piedi, ha appena smesso di diluviare, le montagne circostanti sono completamente innevate, il San Bernardino non si smentisce mai!
E’ giunto il momento di salutare Astra e Laura, sono stati ottimi compagni di viaggio oltre che buoni amici.
Ripartiamo per l’ultima piccola attraversata che in poco più di un paio d’ore riporterà il treno caravanistico ed i suoi occupanti a casa.
Tante sono le immagini negli occhi e le impressioni nel cuore: Lituania,Lettonia ed Estonia si sono rivelate una meta perfetta.
Sensazione di sicurezza ovunque, cordialità, prezzi più bassi che in Italia, tanta natura selvaggia e tanta bellissima architettura; queste sono le caratteristiche che hanno contraddistinto la visita delle Repubbliche Baltiche, sicuramente tre settimane offrono una infarinatura, bisognerebbe ritornarci per visitare in maniera più mirata ciò che non si è potuto vedere: a noi è mancato il tempo di fermarci sulla costa baltica ad ovest con Capo Kolka, abbiamo privilegiato la parte est con il lago Peipsi, Tartu ed i villaggi dei Vecchi Credenti, la costa a nord con Narva ed il parco Nazionale Lahemaa, insomma è la solita storia della coperta corta.
Io e Rosi non torniamo mai nello stesso posto, a questa regola vorremmo fare prima o poi due eccezioni: il Finmark nell’estremo nord della Norvegia e la Bretagna; a questi due territori da oggi se ne aggiunge un terzo: le Repubbliche Baltiche.
Chilometri percorsi 6.205
Ore di viaggio 97