Pasqua a Paularo (UD)

Le adesioni sono disponibili dal giorno: 16 Febbraio 2024 - 21:00 al 24 Marzo 2024 - 21:00

USCITA

Pasqua a Paularo (UD)

Dal 29-03-2024 al 01-04-2024
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PASQUA  A PAULARO (UD)

Periodo: dal 29 marzo al 01 aprile 2024

Struttura: Camping Parco Giochi Saletti
Indirizzo: via della pineta 22
Località: Paularo (UD)

Contatti:
Sito web: https://www.facebook.com/people/Parco-Giochi-Camping-Saletti/100093254235664/

Coordinate GPS: 46.5229, 13.1254 (lat, lng) - N 46°31’22.3176” E 13°7’31.26”

Tariffe
PIAZZOLA CON ALLACCIO ELETTRICITA': 10 Euro/gg
PERSONA (SOPRA I 16 ANNI): 6 Euro/gg
RAGAZZI: DAI 6 AI 16 ANNI: 4Euro/gg
BAMBINI SOTTO AI 6 ANNI: GRATIS
I Prezzi sono comprensivi di: Toilette, Docce con acqua calda e lavatoi per stoviglie/indumenti

Tassa di soggiorno: come da regolamento comunale.
Animali domestici: ammessi

Check in: entro le ore 22,00
Check out: possibilità di uscire l’ultimo giorno di soggiorno fino alle 17 senza sovraprezzo

Disponibilità piazzole: 10

Coordinatore uscita: Marco (ziracco)

IMPORTANTE: tempo permettendo, sarà possibile fare delle piccole camminate ed escursioni. Sarà importante dotarsi di scarpe adatte (meglio se pedule o scarponcini leggeri)

Cosa faremo

Venerdì 29 Marzo:
Arrivo degli equipaggi e sistemazione in piazzola.

Sabato 30 Marzo:
In mattinata arrivo degli ultimi equipaggi.
Pomeriggio partenza per Paluzza/Timau (circa 20 min in auto dal campeggio), dove visiteremo il museo della Grande Guerra di Timau; in due sale sono esposti i cimeli delle portatrici carniche che, volontarie adibite ai rifornimenti, rappresentavano un indispensabile supporto per chi combatteva sul fronte. (https://www.carniamusei.org/museo.html?entityID=427)
Siamo in attesa della conferma per l'apertura del Museo al gruppo (Il Museo in questo periodo é chiuso, ma c'é la possibiità di accesso ai gruppi. Per gli iscritti all'uscita seguiranno aggiornamenti sul gruppo whatsapp.

STAY TUNED!!

Domenica di Pasqua 31 Marzo:
A mezza mattina partenza per il Monte Zoncolan, dove sarà possibile fare qualche passeggiata e pranzo presso la trattoria “Baita da Rico” (IMPORTANTE: dare adesione sul sito al momento dell'iscrizione per conferma dei posti al locale). Menu e prezzi verranno comunicati in base al numero di partecipanti ed alle adesioni raccolte.
Nel primo pomeriggio rientro e possibilità di relax presso le Terme di Arta (circa 15 min dal campeggio). www.Termediarta.it (prezzi e attività disponibili sul sito)

Lunedì di Pasquetta 1 Aprile:
Possibilità di organizzare grigliata tutti assieme.
Nel pomeriggio saluti e rientro a casa.

Da visitare nei dintorni:

Pieve Cattedrale di San Pietro in Carnia (20 min in auto dal campeggio)
I primi scritti riguardanti questa chiesa risalgono all'anno 808, quando quest'ultima venne edificata in sostituzione della preesistente basilica rasa al suolo dalla tribù barbarica degli avari.
Quella lasciataci in eredità conserva alcuni tratti originari ma risale tuttavia ai primi anni del '300, quando divenne sede e punto nevralgico della diocesi vescovile della zona.
Numerose e pregevoli opere sono custodite e gelosamente conservate all'interno della Pieve di San Pietro in Carnia di Zuglio, tra cui una tela rappresentante la conversione di San Paolo. Altra tela di considerevole entità ed importanza è quella che al proprio interno rappresenta la consegna delle chiavi al primo pontefice della storia, l'apostolo Pietro. Un ulteriore cimelio raffigurante il seguace di Gesù è la statua in suo onore, tra le poche opere d'arte sopravvissute al furto subito nel 1981.
Infine un portale dall'evidente e affascinante stile gotico e un atrio dal quale si può contemplare ed ammirare, nella sua perenne vitalità e in tutto il suo splendore, l'antica bifora di origine romana.
Pieve di San Pietro in Carnia, dal quale sarà possibile godere dell'intera vallata sottostante, una coccola per la vista.

Comune di Zuglio: brevi cenni
Ridente paesino situato in provincia di Udine, Zuglio, poco meno di seicento abitanti, sorge in tutto il suo splendore dalle rovine dell'antica città romana di Iulium Carnicum, la più settentrionale dei centri abitati romani, fondata secondo alcuni studiosi negli anni tra il 58 ed il 49 a.C.
Importante sede vescovile nel periodo dell'Alto Medioevo, Zuglio sorge ad un'altitudine di 429 metri sopra il livello del mare.
Oltre che essere sede di un museo archeologico che al suo interno racchiude tutte le rovine ed i resti dell'antico sito romano, è inoltre culla e sede di una delle più antiche chiese dell'intero territorio friulano, la Pieve Matrice di San Pietro in Carnia, distante circa tre chilometri dal centro cittadino.

Tolmezzo
Si trova a poche decine di km dal campeggio (20 min in auto). Consigliato parcheggio via Gortani.
Brevi cenni storici di Tolmezzo
Nel passato Tolmezzo era posizionata lungo la via che conduceva in Austria. I Patriarchi di Aquileia furono i primi governatori di questo borgo.
Essi fecero costruire un castello per proteggere gli abitanti che permetteva allo stesso tempo di controllare il traffico commerciale.
Fino al medioevo la città rimase fortificata. Divenne ufficialmente città italiana quando fu annessa al Regno d’Italia dai veneziani nella metà dell’ottocento.

1. Colle Picotta
Dal centro storico si raggiunge con una facile passeggiata la Torre Picotta sulla sommità del Colle Picotta. Il Colle, assieme alla Porta di Sotto, formavano la Tolmezzo fortificata. Di questo sistema faceva parte anche il Castello patriarcale composto da un palazzo e due torri di guardia. Rimangono poche tracce visibili di tutto ciò sul pianoro che sovrasta la cittadina, chiamata proprio Pracastello.
Si raggiunge in pochi minuti dal centro seguendo le antiche mura. Da qui si gode di un meraviglioso panorama che spazia fino alle Dolomiti Friulane.

2.Centro storico di Tolmezzo
Il centro storico, anche detto Borgàt, è tra i più caratteristici della Carnia.
Presenta una serie di botteghe e palazzi del settecento e le cose da vedere qui sono tante.
Perdersi tra le vie di questo borgo e ammirare lo scorrere della vita quotidiana è di per sé un’esperienza da non perdere. Vediamo più nel dettaglio però cosa questo centro ha da offrire

3. Il Duomo di Tolmezzo
Una delle prime tappe è Il Duomo di Tolmezzo intitolato a San Martino.
Nelle sue linee esterne ma soprattutto nel suo splendido interno, mostra tutte le caratteristiche dell’arte del Settecento.
Si tratta di un sobrio barocco veneto-friulano con l’aggiunta di qualche tocco sfizioso e particolare.
A progettarlo fu Domenico Schiavi poco dopo la metà del XVIII secolo.
Il Duomo è stato rimaneggiato del tutto nel 1931. Fu sistemato anche il campanile e la facciata.
La sua bellezza e il suo fascino incanta i passanti e merita una visita.
4. Chiesa di Santa Caterina
Altro edificio di culto è la Chiesa di Santa Caterina le cui fondamenta risalgono al XV secolo. La sua progettazione attuale però venne fatta nel XVIII secolo. All’interno si trova una pala del 1537 raffigurante lo sposalizio di Santa Caterina.
Sopra gli stalli del coro sono collocati due dipinti rappresentanti i santi Giovanni Battista e Rocco.

5. Palazzi Storici
La città è ricca di palazzi storici, come:
•Palazzo Linussio, costruito dall’omonimo industriale Jacopo Linussio come sede della sua industria tessile. Per anni la sua fabbrica portò avanti l’economia locale. Le sue fatture venivano vendute non solo in Europa ma anche in Asia e in Sud America. Oggi qui si svolgono numerosi concerti oggi anno;
•Palazzo Frisacco dove si tengono diverse mostre d’arte sulle tradizioni locali.

6. Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari
Il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari è una tappa davvero suggestiva.
Infatti al suo interno ci sono una trentina di stanze in cui viene raccontata la vita di una volta nelle vallate alpine. Quali erano i lavori che si svolgevano, com’erano gli arredi delle case, quali erano gli utensili domestici, gli abiti e i costumi…
Di sicuro un bel modo per immergersi nei paesaggi montani di un tempo!

7. Illegio
Illegio è un paese a 4 chilometri da Tolmezzo che non può mancare all’appello.
Si tratta di un borgo storico situato in una verde conca circondata dai monti. Dalla primavera all’autunno il paese ospita mostre d’arte sacra che attirano numerosi visitatori.
Inoltre c’è una stupenda passeggiata tra le vie dei Mulini che mette d’accordo grandi e piccini.
Si tratta di un percorso che conduce a cinque mulini di cui il primo è tuttora funzionante e visitabile.

Breve storia delle Portatrici carniche
Si era seduta ai bordi del sentiero per concedersi un piccolo riposo dopo aver scaricato la gerla da un pesante carico di munizioni. Era con la sua inseparabile amica Rosalia di Cleulis.
Un cecchino austriaco, appostato a circa 300 metri, la colpì a morte a Malpasso di Pramosio, sopra Timau. Era il 15 febbraio 1916. Maria Plozner Mentil cessava così di vivere a 32 anni. Fu l’unica morta in servizio delle portatrici carniche. Ebbe un funerale con gli onori militari, presenti tutte le sue compagne, e fu seppellita a Paluzza. A lei, unica donna in Italia, fu intestata una caserma degli alpini, quella di Paluzza. A lei, anima e guida del gruppo, e a tutte le portatrici è intitolato il monumento diTimau, inaugurato nel 1992.

Monumento di Timau dedicato alle Portatrici carniche
Ma chi sono le portatrici carniche? Cosa hanno fatto di così importante per meritarsi parole di stima e riconoscenza da parte del generale Leguio, comandante del settore Carnia durante il 1° conflitto mondiale?
La storia delle portatrici carniche si colloca tra l’agosto del 1915 e l’ottobre 1917, rotta di Caporetto. In quel periodo l’esercito italiano in Carnia e in Val Fella teneva schierato il XII Corpo d’Armata con una forza di 10-12 mila uomini.
Essi dovevano essere vettovagliati ogni giorno, riforniti di munizioni, medicinali e attrezzature varie che si trovavano nei depositi militari e magazzini a fondo valle. Le uniche strade disponibili per raggiungerli erano mulattiere e, più in alto, ripidi sentieri scavati nella roccia. Il trasporto dei materiali a spalla era l’unico possibile.
Per non sottrarre militari alla prima linea senza danneggiare l’efficienza operativa, il Comando Logistico della zona e quello del Genio furono costretti a chiedere aiuto alla popolazione civile.

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Le portatrici Carniche
A casa c’erano solo donne, vecchi e bambini. Molte donne accettarono di collaborare con i Comandi Militari. “Anin”, dicevano “senò chei biadaz a murin encje di fan”. (Andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame). Venne così costituito un Corpo di ausiliarie, formato da donne di età compresa tra i 15 e 60 anni, con una forza pari a quello di un battaglione di circa 1000 uomini: nasceva così il Corpo delle portatrici carniche.
Furono munite di un libretto personale di lavoro sul quale i militari addetti ai vari magazzini segnavano le presenze, i viaggi compiuti, il materiale trasportato in ogni viaggio; furono anche dotate di un bracciale rosso con sopra stampigliato il numero del libretto e l’indicazione dell’unità militare per la quale lavoravano.
Per ogni viaggio ricevevano il compenso di lire 1,50 (circa 3,50 euro attuali). In caso di emergenza dovevano essere reperibili giorno e notte. Si presentavano all’alba di ogni giorno presso i magazzini di fondo valle per caricare le loro gerle di granate, cartucce, medicinali e viveri vari. Il peso a pieno carico poteva raggiungere anche i 40 kg. A gruppi di 15-20 camminavano per ore arrampicandosi su ripidi sentieri superando dislivelli anche di 1000 metri. Scaricato il materiale ritornavano a valle portando i messaggi che gli alpini mandavano alle famiglie, i vestiti da spidocchiare e da lavare, e, qualche volta, anche i feriti o i morti caduti sulla linea del fronte.
Possiamo ben comprendere i rischi che correvano e le difficoltà che incontravano. Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz e Rosalia Primus, tutte cittadine di Paluzza. La più sfortunata fu Maria Plozner Mentil.
Il 1 ottobre 1997 il presidente Oscar Luigi Scalfaro salì fino a Timau per conferire alle ultime portatrici rimaste in vita la medaglia d’oro al valor militare. E il 31 dicembre nel messaggio di fine anno così le ricordò: “Ho portato la croce di cavaliere di Vittorio Veneto a ciascuna. Mi tremava la mano nel momento in cui cercavo di sistemarla al petto di queste donne.” Io ebbi modo di vederne alcune a Udine, durante la festa nazionale degli alpini del 1974, sfilare fiere con i reduci di guerra. Sulle loro spalle curve per l’età portavano ancora la gerla e sembrava dicessero: “Anche noi siamo state protagoniste di questa storia.”

Il programma potrà subire delle variazioni in base alle condizioni meteo e/o ad eventi indipendenti dalla nostra volontà.

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