Hellas

Nickname
kozan
Durata (giorni)
27
Tipo di Roulotte
Tabbert Comtesse

 

Estate 2011: Ellas!

Scarica il viaggio di Kozan in pdf: Peolponneso2011.pdf

Fratelli in omaggio alla alternanza tra vacanze al caldo e vacanze al fresco questʼanno il nostro girovagare ci porterà verso il Grande Sud:Ellas,la Grecia, la culla della civiltà.

Scartate le innumerevoli e meravigliose isole greche per problemi logistici legati al veicolo ricreazionale (per le isolette sarebbe molto più indicata una tenda ed uno scooter invece che una caravan) la nostra scelta è caduta inevitabilmente sulla parte continentale della Grecia e precisamente il sud:il Peloponneso.

Peloponneso,terra di mare ma anche di cultura.
Terra di mare perchè dal mare è circondato e ne percorreremo il periplo in senso antiorario “dito” dopo “dito” fino a risalirlo del tutto.
Ogni “dito” del Peloponneso è caratterizzato da panorami marini diversi:sabbiosi o con scogliere a picco sul mare,tutti da scoprire.
Lʼunica isola che visiteremo sarà Elafonissi il cui mare è da tutti i viaggiatori descritto come caraibico.

Terra di cultura perchè la civiltà mediterranea è partita proprio da qui,visiteremo perle quali Olimpia sede dei giochi olimpici,Corinto con il suo famoso stretto,Epidauro,Sparta,la bizantina Mistras patrimonio dellʼUnesco per non parlare della magnifica Monenvasia.
Insomma cercheremo di abbinare lʼaspetto più riposante tipico di una vacanza al mare a quello più culturale.

Sulla carta non sarà una vacanza allʼindirizzo di un nomadismo estremo:abbiamo programmato non più di 5/6 tappe il tutto però sarà passibile di cambiamenti a seconda delle situazioni che ci troveremo a vivere.

Abbiamo deciso di non effettuare troppi spostamenti per godere appieno della possibilità offerta dalla roulotte che è quella di fare vacanza con “modalità stellare”:sosta in un punto con spostamenti solo con auto nelle 4 direzioni,una vacanza quindi profondamente diversa da quella occorsa lʼanno scorso in cui in pratica il treno non venne sganciato che di rado.
Ma il bello della roulotte è proprio questo:consente di fare le vacanze con la massima flessibilità:itineranti,semistanziali o stanziali.

Il treno è il solito e collaudatissimo Jeep Grand Cherokee+Tabbert Comtesse tutte le parti sono state sottoposte a verifica e tutto funziona al meglio.

Questʼanno viaggeremo belli carichi:tendalino,pareti laterali e fornello esterno saranno dotazioni imprescindibili.

Abbiamo fatto una certa scorta di cibo per non dover perdere tempo a cercare in loco i prodotti basici che siamo soliti consumare come biscotti,fette biscottate,crackers,pelati,pasta,olio,aceto ecc..
Acquisteremo invece con vero piacere i prodotti tipici locali quali formaggi,miele,marmellate,dolci.
Abbiamo anche deciso di rifornirci di acqua prima di partire:mi secca un pò dovermi portare appresso ben 12 bottiglie di acqua in bottiglia ma non ci giungono notizie rassicuranti sulla qualità dellʼacqua greca.
 
Lʼabbigliamento invece sarà ridotto al minimo:il clima non richiede abbigliamento tecnico particolare.

Ci imbarcheremo il 2 agosto al porto di Ancona e sbarcheremo a Patrasso.

Viaggeremo con la Superfast Ferries con la formula del camping on board: per noi sarà una esperienza nuova e siamo piuttosto elettrizzati dallʼidea di poter soggiornare allʼinterno della nostra caravan durante il viaggio in mare.
Sappiamo che è severamente vietato utilizzare il gas durante il viaggio per cui ci prepareremo dei piatti freschi da consumare senza dover accendere i fornelli.
Durante il tragitto la caravan sarà allacciata alla corrente elettrica per cui avremo tutti i confort operativi.

Siamo riusciti a contenere il costo del biglietto traghetto prenotando la nostra sistemazione nel mese di febbraio,non è stato facile pensare di prenotare una nave con sei mesi di anticipo ma ne è valsa la pena:abbiamo acquistato il biglietto di andata e ritorno al prezzo di 658 euro.


2 agosto
Open deck: le ore a bordo di questo “campeggio in mezzo al mare” trascorrono serene, non finiremo di ringraziare Zeus che ci ha voluto regalare questa piazzola speciale con vista sul mare aperto, mi rendo conto che per godere appieno dei vantaggi del “camping on board” ci vuole un pizzico di fortuna e venire posizionati lateralmente per poter vedere il mare,gli assegnatari delle file centrali infatti non vedranno altro che le pareti dei mezzi a loro vicini.
Nella sistemazione Open deck ci sono tutti i confort di cui un caravanista ha bisogno:corrente elettrica,servizi igienici e le docce, e proprio delle docce abbiamo approfittato subito:una bella rinfrescata ci ha lavato la stanchezza della lunga attesa di imbarco nel piazzale assolato del porto di Ancona.
Al porto infatti eravamo arrivati con grande anticipo:alle 9 avevamo già fatto il check-in e ci eravamo portati sulle corsie di imbarco,imbarco che è avvenuto attorno alle 13!
Ma torniamo alla nostra nave:la Superfast VI è il classico grande traghetto trasporto persone,camion e auto.
Come ci capita ogni volta che saliamo in un traghetto abbiamo fatto una passeggiata esplorativa ma come spesso ci accade non abbiamo trovato attrattive degne di nota:cʼè una sala slot machines,i soliti bar sui ponti allʼaperto o riparati,una ridicola ed affollata piscina,un negozietto di abbigliamento,ristorante e self service.
Naturale quindi che si sia deciso di trascorrere il tempo in roulotte tra pisolini,chiacchere e letture sulla meta che ci attenderà domani:Olimpia.
A prescindere comunque dalla “piazzola” che la fortuna decide di assegnare al viaggiatore roulottista, dopo questa esperienza mi sento di consigliare sempre e comunque lʼopen deck invece che una cabina:lʼemozione di soggiornare allʼinterno della propria caravan invece che in una anonima cabina non ha pari.
Ricordo che per motivi di sicurezza è fatto divieto di utilizzare il gas,per questo noi ci eravamo premuniti preparandoci,prima della partenza,diversi cibi freddi che si gustano con grande piacere vista la calura subita questa mattina.
Bene questo è tutto,vi saluto ci aggiorniamo presto.
 
3 agosto
Eccoci ad Olimpia fratelli antenati, siamo sbarcati a Patrasso attorno alle ore 14 ed abbiamo puntato il timone del treno inesorabilmente verso sud: lʼimpatto con la Grecia,il suo clima,i greci ed il loro modo di guidare è stato un impatto innegabilmente “forte”.
La Grecia (o almeno la parte a sud di Patra): la prima,primissima impressione è di essere veramente a sud dellʼEuropa:caldo,strade polverose,case con i ferri che spuntano dai pilastri pronte per ospitare in futuro il piano superiore,ville holliwoodiane,gente senza casa che dorme allʼombra degli alberi,magazzini che un tempo erano attività commerciali ora chiusi per crisi economica.
il suo clima: caldo,caldo caldo. Me ne sono accorto pochi km a sud di Patra quando ci siamo fermati presso un chiosco a comprare pomodori e frutta: uscito dalla macchina il caldo mi ha avvolto come una tempesta infuocata,fortunatamente è secco ed è più che sopportabile.
I greci:persone cordiali da quel poco che abbiamo potuto verificare.
I greci alla guida: lasciamo perdere,cʼè di che preoccuparsi.
La statale che porta a Olimpia è ad una corsia per senso di marcia con corsie di emergenza in ogni lato,ebbene cosa fanno queste bestie:hanno trasformato la corsia di emergenza in una corsia di marcia così da poter sorpassare nella corsia di normale.
Il risultato è che cʼè da sperare vivamente di non doversi fermare a cambiare una gomma nella corsia di emergenza.
Come sorpassano:le frecce non esistono,sorpassano in striscia continua come se fosse la norma.
Il risultato di questo virtuoso modo di intendere il codice della strada è che i bordi delle carreggiate sono pieni di croci e fiori.
Comunque basta farci lʼabitudine al loro modo di guidare:noi con il nostro treno caravanistico evitiamo gli eccessi e procediamo speditamente.

Verso le 16 siamo giunti ad Olimpia presso il campeggio Diana.
Nostra prima intenzione era di sganciare,fiondarci agli scavi per poi ripartire domattina presto.
Nulla di tutto ciò è accaduto:il campeggio (in realtà è un minicampeggio con non più di una decina di piazzole) è immerso nella pace e nel silenzio tolto lʼassordante frinire di migliaia di cicale che causano un benefico effetto rilassante per chi come me è abituato allʼincessante rumore di una città caotica come Milano.
Il proprietario del campeggio poi è un personaggio:70enne simpaticissimo,parla correttamente lʼitaliano,legge libri dei classici greci e ci ha sconsigliato di andare ora a visitare lʼantica Olimpia e noi ci siamo fatti convincere:il risultato è che abbiamo fatto un bagno ristoratore in piscina,ci siamo accomodati nel bersot del suo minibar al fresco e ci siamo bevuti 2 belle birre.
La ciliegina sulla torta è che il campeggio dispone di WIFI gratuito per cui sono qua a scrivervi.
Stasera il programma è finalmente una bella pasta al pomodoro seguito da una nanna presto per essere in pedi domani di buonʼora e visitare con il fresco la mitica Olimpia. Ci leggiamo per ulteriori aggiornamenti.

4 agosto
La mattina di oggi è stata interamente dedicata alla visita della antica Olimpia,le rovine del sito archeologico sono davvero emozionanti da visitare,si comprende visitando Olimpia quanto lo sport fosse tenuto in considerazione nella Grecia classica:palestre,luoghi di allenamento per gli atleti,dormitori,lo stadio con la pista per i 200 metri piani,terme ed il grandioso tempio di Zeus sono i resti che vale maggiormente la pena visitare,in ogni luogo sono presenti tavole esplicative con simulazioni al computer di come si presentava realmente il luogo.
Inutile dire che questa visita è vivamente consigliata nelle prime ore del mattino:alle 11 quando siamo usciti iniziava a fare davvero caldo e la coda alla biglietteria era diventata molto lunga.
Interessate anche la visita allʼannesso Museo Archeologico pieno di ritrovamenti quali statue,elementi votivi,suppellettili e magnifici elmi spartani appartenuti ai guerrieri.
Una volta rientrati in campeggio abbiamo pranzato e dopo aver agganciato siamo ripartiti in direzione sud:la meta èTholo.
Ed a Tholo siamo arrivati in un paio dʼore prendendo posto allʼomonimo campeggio.
Il camping si presenta molto semplice,tranquillo e silenzioso,abbiamo fatto un veloce bagno in mare,la spiaggia è lunga chilometri e poco frequentata,lʼunica incognita è data dal fatto che non siamo riusciti a trovare una piazzola sufficientemente ombreggiata per cui domani ci sarà il “battesimo del sole” e vedremo come andrà a finire,noi speriamo vivamente di riuscire a fermarci perchè questo luogo ha tutti gli ingredienti per un buon soggiorno:campeggio economico (23 pleuri al giorno tutto compreso,WIFI gratis)tranquillità silenzio e spiagge sconfinate;lʼincognita è il sole,vi farò sapere.
Un abbraccio e a presto.

5 agosto
Bene, devo dire che Zeus ci ha assistito,la piazzola in realtà si è dimostrata per quello che era:una solana irresistibile ma per fortuna se ne è liberata un'altra sufficientemente ombreggiata per cui eccomi qui ancora al Camping Tholo!
Su questo campeggio vorrei ancora aggiungere qualche informazione che è bene che chi decide di soggiornare qui tenga nella dovuta considerazione:
il campeggio è a ridosso del mare ma non ha piazzole direttamente sulla spiaggia "vista mare".
Per arrivare alla spiaggia è necessario percorrere a piedi un centinaio di metri. I suoi servizi igienici sono in cattive condizioni e molto vecchi.
Non ha nemmeno un vuotatoio chimico e sinceramente non so dirvi come si regolino i non-tendisti:noi non abbiamo visto nessuno vuotare le cassette nei water e per precauzione non utilizziamo il wc della caravan.
C'è anche un secondo campeggio a pochi km da qui nel piccolo paese di Giannitsochori ma non so dirvi come sia.
Un terzo si trova a Kiparyssia e sicuramente è meglio dotato di servizi in quanto costa anche di più.
In questo grande tratto di mare con una sola ed immensa spiaggia che in pratica si estende ininterrottamente da Kaiafas a Kiparyssia ci sono questi 3 campeggi.
Al mattino siamo andati,dopo il cambio di piazzola,al mercato a fare compere alimentari e nel pomeriggio fino alle 17 siamo rimasti rintanati all'ombra della piazzola a leggere e dormicchiare:impensabile andare in spiaggia con un simile caldo.
E' stato invece molto bello rimanere in spiaggia dalle 17 alle 21 ora del tramonto,in questo tratto di costa il sole tramonta sul mare per cui lo spettacolo è assicurato.
Riamane un mistero su come sia possibile che in questa zona ci sia un turismo tanto ridotto e comunque prevalentemente locale,'tagliani in chemper niente,zero assoluto,saranno probabilmente uno sopra l'altro amasssati come scaraffoni a Elafonissos,ma si sa,ognuno si ammazza con le mani sue.
Abbiamo cenato in campeggio con una spaghettata al sugo di cozze ed ora eccomi qua a raccontarvi la giornata.
I greci si stanno rivelando dei somari oltre ogni limite quando sono al volante:sorpassano su striscia continua anche se in senso contrario sopraggiungono altri veicoli,agli incroci si passa "ad istinto" insomma devo confessarvi che quando guido non mi sento rilassato come vorrei.
Abbiamo fatto la conoscenza di un simpatico vicino di piazzola: tale Hainz tetesko di cermania che viene in questo campeggio da soli 20 anni   per cui è una miniera di informazioni,moto gentile ci ha spiegato in pochi minuti dove si risparmia per fare la spesa e dove si mangia bene a poco prezzo,insomma quelle info che uno impara a conoscere dopo diversi giorni di assidua frequentazione Hainz ce le ha sciorinate su un piatto di argento! Non finirò mai di ringraziarlo quel sant'uomo!
Bene vi lascio,ci sentiamo presto per aggiornamenti!

6 agosto
Questa mattina siamo stati al mercato settimanale di Kyparissia ma il viaggio non è stato tanto nello spazio (26 km dal nostro campeggio di Tholo) quanto piuttosto si è trattato di un viaggio nel tempo,al mercato di Kyparissia siamo stati catapultati negli anni ʼ50: venditori ambulanti che propagandavano al megafono le loro merci,bancarelle di frutta e verdura con i prodotti sistemati a terra sopra dei sacchi,camioncini che vendevano animali vivi:polli,galline,tacchini,maiali.
In questo bailamme di colori,voci,suoni e odori abbiamo comprato ortofrutta a buon prezzo e miele naturale.
Ci siamo seduti ad un caffè a bere caffè turco e caffè con ghiaccio,siamo stati avvicinati da un greco che ci ha parlato dei problemi del suo paese il tutto vissuto con grande tranquillità e naturalezza.
Non ho mai visitato le rinomate isole dello Ionio ma il Peloponneso mi sembra davvero poco turistico e molto “vero”,non artificioso e decisamente semplice,anche la gente:sembra avere una semplicità che a noi ormai manca.
I greci si confermano onesti,molto educati e rispettosi,per quanto mi è stato possibile capire fino ad oggi posso ben dire che il detto “italiani greci una faccia una razza” trova gran fondamento.
Questa sera abbiamo cenato in un ristorantino sul mare in compagnia di Hainz e della sua famiglia,ovviamente la dritta del locale era sua e come volevasi dimostrare abbiamo cenato alla grande:io e Rosi 1 insalata greca,due piatti di calamari fritti buoni e abbondanti,mezzo litro di vino il tutto per 26 euro.

7 agosto
Oggi giornata dedicata al relax:questa mattina abbiamo deciso di rimanere in campeggio ad oziare,io a scrivere il report di viaggio e Rosi a leggere,forse in spiaggia ci andremo nel tardo pomeriggio.
Questa sera se non cambieremo idea smonteremo il campo,domani mattina vogliamo spostarci più a sud ed iniziare lʼesplorazione del primo dito:il sud della Messinia.
Lo stop sarà probabilmente a Gialova,nel golfo di Navarino ma sarò più preciso quando saremo giunti laggiù.

8 agosto
Niente da fare,non riusciamo a schiodarci da Tholo ed anche per oggi abbiamo deciso fermarci in questo luogo tanto selvaggio quanto affascinante.
Ieri sera abbiamo cenato sotto al tendalino a lume di candela mentre il vicino di piazzola,un simpatico greco,suonava con il suo mandolino alcune arie tradizionali,è stato davvero un momento magico.
Ci sembra di essere al centro di una situazione particolare ed irripetibile:ci troviamo in un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato,in cui le cicale ti assordano,il mare ti avvolge,i silenzi dominano la giornata e le persone ti riempiono il cuore.
 
Il "capitano" per esempio: Hainz,capitano dell'esercito tedesco in pensione.
Noi lo chiamiamo "capitano" e lui ne sorride sempre,per questa sera ci ha invitato ad una grigliata di sardine con i due greci vicini di piazzola,forse ci andremo o forse no ancora non lo sappiamo ma questa gente è davvero speciale.
Certo,i bagni del campeggio non saranno all'altezza degli standard cui siamo abituati ma chiedete un parere al suonatore di mandolino oppure al "capitano",loro una risposta potranno darvela, io no,ho un groppo alla gola e non riesco a parlare.
ore 23: "Non siamo andati dal capitano a mangiare sardine, sono sotto al tendalino dopo un buon pasto ed un miglior vino. Fischietto vecchie canzoni, faccio compagnia ai grilli.

9 agosto
Mattina dedicata alla visita del tempio di Apollo a Vasses:patrimonio dellʼUNESCO il tempio è in restauro e situato in montagna a 1100mt di altezza,vi si arriva dopo 45 km di strada di montagna ed è una ghiotta occasione per visitare lʼinterno del Peloponneso:troppo spesso infatti si limita la visita del Peloponneso alle località di mare dimenticando che al suo interno è presente un mondo vivo e pulsante.
E così è stato per noi oggi:la strada che partendo da Tholo conduce al tempio di Apollo si snoda affascinante tra ulivi a perdita dʼocchio mettendo in contatto il visitatore con un mondo bucolico fatto di pastori di capre ed aziende agricole che vivono della coltivazioni degli ulivi.
Giunti a Vasses il tempio di Apollo si offre al visitatore singolarmente protetto da una tensostruttura:lʼottimo audiovisivo al suo interno ne spiegherà ottimamente i motivi:il tempio non avrebbe retto ancora a lungo alle intemperie e se non fosse stato incappucciato sarebbe collassato in breve tempo.
Rientrando verso Tholo ci fermiamo a pranzo a Petralona,piccola frazione non segnata sulle carte,ci accolgono due vecchietti:lei la cuoca, lui che a fatica cammina a causa dellʼartrosi, ci accolgono come fossimo ospiti in casa.
anche qui per capire cosa mangiare ci posrtano nel retrobottega e ci fanno scegliere i cibi indicando con il dito.
Pranziamo con insalata greca,polpette di carne  e di verdura,frutta.
Mentre mangiamo (unici avventori in un silenzio irreale) lui si avvicina a noi e vuole comunicare ma ovviamente non parla inglese e neppure lʼitaliano,allora Rosi prende in mano la guida e gli spiega la traduzione in italiano dei nomi delle portate,inizia così un simpatico gioco “come si dice in greco-italiano la tal parola?” lui è felice,si è instaurato uno scambio e noi siamo felici con lui:due culture,due generazioni si incontrano e la barriera ristoratore-cliente crolla,anzi a Petralona non è mai esistita.
Ripartiamo,non prima di esserci strette con reciproco calore le mani,commovente.
Ma è tempo di pensare al domani:rientrati in campeggio non possiamo ancora dilungarci oltre in questa meravigliosa Tholo,iniziamo a smontare il campo,domani di buon mattino partiremo in direzione sud.
Cena al ristorante per greci,quello della stazione in disuso:stessa scena del mattino:scelta delle pietanze con il dito dopo essere stati portati in cucina,tavolino in strada davanti ad un tramonto infuocato,silenzio.
Al rientro in campeggio il vicino sta suonando nuovamente il mandolino,ipnotizzati rimaniamo in ascolto per una buona oretta prima di riuscire a schiodarci e venire al bar per bere un buon ouzo e scrivere il report che vi sto inviando.
Spero di potervi riaggiornare quanto prima,un abbraccio ed a presto.

10 agosto
Oggi vorrei iniziare questo report con una considerazione riguardante lo stanzialismo o lʼitinerare.
Questo pensiero mi è nato parlando ieri con il Capitano,lui viene a Tholo da 20 anni,il primo anno ha visitato il Peloponneso ed ha deciso che Tholo era per lui la meta migliore,da allora non ha perso una sola estate,è sempre ritornato al Tholo Camping.
Io stesso pensando che oggi avrei dovuto partire mi sono fatto assalire dai dubbi:”ma se qui a Tholo sto così bene,perchè mai dovrei lasciare il certo per lʼincerto? Sopraggiunge talvolta nel caravanista itinerante una sorta di attacamento,una voglia di mettere radici nel luogo che sembra essere ideale.
Da sentimenti come questo credo nasca il fenomeno dello stanzialismo:è in fondo molto più semplice rimanere dove si è se ci si trova bene che non imbarcarsi in avventure dallʼesito incerto.
Detto questo noi da Tholo ci siamo mossi,lo abbiamo fatto questa mattina attorno alle 9,30 puntando il timone del treno caravanistico verso sud,inesorabilmente verso il sud della Messinia.
La meta era il blasonato Camping Erodios,a Gialova nel Golfo di Navarino, ben pubblicizzato nel web,già meta di altri caravanisti per cui da me era considerato “approdo sicuro”.
Delusione.
Come spesso accade lʼesperienza diretta personale è diversa da quella di chiunque altro per cui il rinomato Camping Erodios per noi si è rivelato poco attraente:la zona “ufficiale” era una impresentabile accozzaglia di piazzole senza alcuna privacy,piccole e ravvicinate le une alle altre senza un minimo di divisione,il risultato era che lʼimmagine di insieme di questa area ricordava tragicamente un campo profughi;ad aumentare il senso di scoramento ci pensava la signora della reception che di queste piazzole ce ne proponeva solo quelle in pieno sole in quanto le altre erano prenotate.
Rimaneva a questo punto solo la zona del campeggio “libera” e cioè quella sotto il confinante uliveto (di proprietà del campeggio),ma questa zona era una inesorabile solana visto che parcheggiare una caravan sotto un ulivo è impresa improba a meno che non si tratti di puffo-caravan.
Per farla breve abbiamo deciso di non farci prendere dallo scoramento e siamo ripartiti in cerca di altro,rinunciare ed accontentarci sarebbe stato probabilmente fatale.
Ad un km dal Camping Erodios abbiamo trovato un secondo campeggio,il Navarino Camping il quale aveva giusto giusto una piazzola ben ombreggiata che ci attendeva. Campeggio direttamente sul mare,dalla nostra piazzola si vede la spiaggia che si raggiunge in non più di 20 metri,battuto (finalmente!) dal vento non si sentono per nulla i 30 gradi allʼombra,la spiaggia è allʼinterno della famosa Baia di Navarino sede della omonima battaglia che vide lʼinizio della insurrezione dei Greci per lʼindipendenza dalla Turchia,questo campeggio è meta ideale per visitare la spiaggia di Voidokilia,il Castello e la città di Pylos.
La baia di Navarino da quanto ci è dato vedere accoglie molti sportivi che grazie al vento sempre costante utilizzano i windsfurf e kitesurf.
Per ora credo sia tutto,ci aggiorniamo quanto prima.

11 agosto
Vi scrivo dal Camping Navarino,la giornata di oggi è stata dedicata alla visita della famosa spiaggia di Voidokilia,devo dire che la fama di questa spiaggia è ampiamente meritata: situata allʼinterno di una riserva naturale dove le targarughe depongono le uova,la spiaggia di Voidokilia si trova allʼinterno della omonima baia,si raggiunge in pochi minuti di auto partendo dal campeggio,impressionante è stato notare come invece molti chemper tutti targa italiana sostassero nel polveroso e soleggiato pacrheggio della spiaggia:quando siamo ripartiti la temperatura al parcheggio era di 40° mi chiedo come al termine della giornata di mare quei malcapitati equipaggi potessero entrare nelle loro cellule trasformate in forni.
 
Anche nel campeggio dove siamo ora ci sono diversi chemper ma tutti di targa tedesca od olandese i quali se ne guardano bene dal raggiungere i colleghi italiani in quellʼinfernale parcheggio.

Ancora qualche info generale:oggi abbiamo haimè finito il GPL della macchina e visto che distributori di gas ancora non ne abbiamo incontrati ci toccherà viaggiare a benzina e la benzina in Grecia costa la bellezza di 1,70/1,80 euro al litro.

La Messinia del sud e cioè la zona in cui ci troviamo ora si sta dimostrando decisamente meno selvaggia della zona di Tholo: qui la vocazione turistica è più spiccata,molte sono le case in affitto,le seconde case-mare,gli alberghi.
In ogni caso le spiagge sono ben lungi dal raggiungere lʼaffollamento di quelle nostrane e se si ha lʼaccortezza di non fermarsi al loro inizio ma di camminare un pò ci saranno buone possibilità di trovare il giusto isolamento.

Questa sera cenetta con spaghetti ai frutti di mare e poi nanna,domani secondo il programma dovremmo visitare i paesi di Methoni e Koroni,ci aggiorniamo.

12 agosto
La giornata di oggi,come da programma è stata dedicata alla visita dei due paesi che con la loro bellezza caratterizzano il sud della Messinia:Methoni e Koroni.
Siamo arrivati a Koroni,e Zeus ha deciso di darci la sua fortuna regalandoci una mattina nuvolosa e per un certo numero di minuti pure piovosa.
Dico fortuna perchè visitare le mura del castello di Koroni sotto al sole può diventare una esperienza poco piacevole viste le temperature locali.
La cinta di mura del Castello di Koroni(Kastro Koroni) si sviluppa nella parte alta del paese ed è quasi interamente occupata da un monastero di suore ortodosse,lʼingresso al monastero è libero ed assolutamente consigliato,si entra in uno spazio di silenzio e di tranquillità davvero notevoli.
Il monastero oltre alla chiesa ha spazi aperti con bellissimi giardini,un orto e persino un recinto per le pecore.
La presenza discreta delle monache aiuta il visitatore a raggiungere un grande stato di pace interiore e la vista sulla baia di Koroni che si gode dalle mura del castello completano lʼidillio.
Per il pranzo abbiamo scelto una tipica locanda vicina al porto,lʼabbiamo scelta perchè gli avventori erano greci tralasciando quelle più alla moda frequentate dai turisti e non siamo rimasti delusi:birra,insalata greca,suvlaki e zaziki a prezzi “greci”.
Dopo un caffè-frappè(ne sono diventato ghiotto,si tratta di una sorta di caffè scekerato con ghiaccio,bevanda rinfrescante tipica di questi luoghi) siamo ripartiti per Methoni.
Prima di giungervi,attraverso una bella strada panoramica che regala scorci sugli infiniti uliveti e sul mare,abbiamo deviato per un minuscolo paesino scelto sulla cartina solo perchè estremamente piccolo,sul mare e con una strada indicata come molto stretta.
Ci siamo arrivati dopo 6 chilometri di una strada dove due vetture che si incrociano non riescono a transitare ma ne è valsa la pena:in pratica Tsapi è un campeggio e due ristorantini il tutto direttamente sul mare in una spiaggia-baia.
Molto bello,isolato e tranquillo,peccato che il campeggio fosse pieno altrimenti ci avremmo fatto un pensierino per trasferirci qualche giorno.
Methoni:non è bella quanto Koroni ma vale una visita non fosse altro per le possenti mura del castello direttamente sul mare.
Durante la giornata e attraversando questi luoghi una ennesima riflessione mi è balenata per la mente,e cioè la grande fortuna di essere caravanista.
 
Spiego meglio:mi chiedo come avremmo potuto visitare ciò che abbiamo visitato oggi se non avessimo avuto un treno caravanistico e cioè la possibilità di sganciare la caravan e viaggiare solo con lʼauto.
Per giungere a Methoni e Koroni bisogna attraversare il centro storico di Pylos di cui vi lascio immaginare la larghezza delle strade,per parcheggiare e per muoversi nelle strade di Koroni una autovettura a volte è fin troppo grande,per percorrere i 6 km di deviazione che ci hanno portato a Tsapi non voglio pensare come si possa farlo in camper.
Certo tutto quanto vi ho descritto può essere fatto con un camper ma,ve lo posso assicurare, a duro prezzo anche se si hanno i nervi saldi.
Il vantaggio di poter usufruire solo della vettura per spostamenti di questo tipo è impagabile.
Ne parlavo con Rosi la quale mi ha fatto notare che i camper di cui vi ho raccontato ieri fermi sotto i 40 gradi del parcheggio polveroso di Voidokilia probabilmente non lo facevano perchè amanti della “sosta libera” (nessun uomo sano di mente credo possa privilegiare una sosta nelle condizioni che ieri vi ho descritto) ma lo facevano perchè costretti:non avrebbe infatti alcun senso per loro entrare in un campeggio,pagare la giornata e la notte per lasciare la piazzola,recarsi alla spiaggia e rientrare in campeggio al pomeriggio in un camper arroventato dal sole.
Scelta obbligata quindi quella di starsene in quel posto ed aspettare pazientemente che scenda la sera per poter mettere piede allʼinterno della cellula-forno.
Ed il giorno dopo lo stesso giochetto in una spiaggia diversa,diversa ma uguale alla precedente per sole,calura,polvere e parcheggio.
Non è un caso infatti che i camperisti fermi qui al Navarino Camping non muovano mai il mezzo che sembra trasformato in una caravan stanziale e non mettano piede fuori dal campeggio visto che da questi luoghi in bicicletta o a piedi non si va da nessuna parte. Questa mia non vuole essere assolutamente una polemica nei confronti degli amici camperisti ma una considerazione sullʼutilizzo dei due diversi veicoli ricreazionali.
Detto questo spero di non avervi annoiati,vi saluto,un aperitivo mi attende sotto al mio amato tendalino.
Ci si legge domani fratelli di caravan.

13/14 agosto
Giornate dedicate al più totale relax:approfittando della spiaggia cui si accede  direttamente dal campeggio abbiamo deciso,per questi due giorni, di non utilizzare la macchina per spostarci in altre spiagge ma di approfittare di quella che abbiamo a portata di mano; tra lʼaltro siamo a ridosso del ferragosto ed in giro cʼè tanto movimento,traffico nei paesi e campeggi pieni.
Ieri abbiamo deciso di acquistare,per pochi euro,un telo ombreggiante frangisole della misura di 3x6 in quanto ci stiamo rendendo conto che lʼombreggiatura naturale dei campeggi del Peloponneso lascia spesso a desiderare,speriamo di non doverlo mai utilizzare ma in ogni caso abbiamo deciso di accluderlo alla nostra dotazione per le vacanze di mare.
Domani,giorno di ferragosto,lasceremo il Camping Navarino e la Messenia con destinazione una tappa di montagna:Mistras.
Per raggiungere Mistras abbiamo deciso di chiedere a Zeus ancora una volta i suoi favori:abbiamo infatti deciso di percorrere una ripida e piccola strada di montagna la cosiddetta Kalamata-Sparta.
Consentitemi una divagazione su quella che è per noi la scelta delle strade:quando io e Rosi decidiamo un itinerario da percorrere avvalendoci della mappa stradale cerchiamo,nei limiti del possibile, di scegliere strade poco battute,panoramiche e piccole. Di solito sono quelle indicate nelle mappe con il colore giallo o addirittura bianco e presentano percorsi zigzaganti e quasi mai rettilinei, sono inoltre più impegnative delle strade statali e più lente nella percorrenza ma consentono di entrare in diretta empatia con i luoghi che si attraversano:una persona sta stendendo i panni al balcone,due anziani giocano a carte fuori da un bar,un gruppo di uomini discute a capannello,un agricoltore lavora il suo campo; questi esempi aiutano a cogliere quella che a mio parere è lʼessenza di un viaggio:il viaggio non come lo spostamento da un punto “A” ad un punto “B” senza nulla in mezzo ma viaggio come “essere dentro la scena” ad ogni istante.
Questo è lo spirito con cui abbiamo deciso di percorrere la Kalamata-Sparta anzichè la statale più veloce e da tutti utilizzata: Kalamata-Tripoli-Sparta.
Mistras,stando alle guide ed ai report di viaggiatori da noi interpellati è una cittadina Bizantina completa,descritta come uno dei luoghi più affascinanti del Peloponneso. Fuggendo dalla confusione che caratterizza ogni ferragosto che si rispetti noi ci rifugeremo tra la calma dellʼimpero di Bisanzio, e da lì ci aggiorneremo.
Un abbraccio.

15 agosto
Fratelli vi scrivo dal campeggio Castel View a Mistras a pochi chilometri da Sparta. Innanzi tutto non finirò di ringraziare la nostra intuizione che ci ha fatto lasciare la Messenia il giorno di ferragosto:il campeggio e le spiagge erano pieni e noi che non siamo amanti della confusione siamo partiti senza rimpianto.
Arrivati a Kalamata ci siamo fermati presso il chiosco di un signore che a colpi di machete faceva a pezzi una porchetta,anche in Grecia a ferragosto c'è l'usanza di mangiare il maialetto grigliato.
Orbene,il tipo era pazzesco:barba sfatta,mani nodose,maglietta sudata,con questo machete affettava la porchetta e la metteva con le mani in un cartoccio a chi ne facesse richiesta,il tutto unto bisunto e straunto.
Visto il cappannello di greci che stavano acquistando ci siamo fidati della situazione,abbiamo pagato 6 euro per 6 etti di carne (!!!) e siamo ripartiti.
Ben presto è inziata la salita al monte Taigeto culminata con il passo Langhada 1300mt slm,la strada si è dimostrata all'altezza delle aspettative:salendo sinuosamente si aprivano scorci meravigliosi su queste montagne,poche pochissime macchine incrociavano il nostro treno caravanistico finchè abbiamo deciso di fermarci a consumare la nostra porchetta in un balcone naturale sulla strada con vista sui monti.
La carne era squisita:credo di non aver mai mangiato una porchetta così (ad eccezione di quella del nostro mitico Bagniiino)
La discesa di questa fantastica strada si è rivelata abbastanza impegnativa in quanto i numerosi tornanti hanno messo alla frusta i freni della caravan,provvidenziale è stata una sosta per farli raffreddare (i cerchi scottavano) prima di rischiare di cuocere i ferodi.
Ancora una volta la nostra filosofia di viaggio è stata provvidenziale:mai farsi prendere dalla fretta,abbiamo trasformato la sosta di raffreddamento dei freni in una opportunità:io ho scattato foto,Rosi si è riposata,ci siamo goduti il panorama e dopo mezz'ora siamo ripartiti.
Ora eccoci al campeggio:silenzioso,quasi vuoto,tranquillissimo,immerso in un uliveto e dotato di piscina.
Domani la giornata sarà dedicata alla visita di Mistras,la perla di Bisanzio. Ci leggiamo presto.

16 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita di Mistras, città fondata dai Franchi nel XI secolo ma annessa quasi subito allʼImpero Bizantino e bizantina rimasta fino al suo disfacimento nel 1490.
La città o meglio i suoi resti,le possenti mura del kastro (castello) è davvero affascinante da visitare,un monastero ortodosso è tuttʼora abitato,diverse chiese sono aperte,restaurate e visitabili,i loro affreschi davvero notevoli risalgono allʼepoca dʼoro di Bisanzio.
Un consiglio a chi decidesse di visitare Mistras (ma vale per tutti i siti archeologici greci) bisogna recarsi in loco allʼapertura del sito e cioè al mattino presto.
Noi,forti della esperienza di Olimpia,ci siamo alzati presto ed abbiamo iniziato la visita alle ore 8, il sole già alle 10,30 era implacabile con temperature vicine ai 40 gradi.
Per questo motivo consiglio di spezzare la visita a Mistra in due parti:la città bassa al mattino presto,fuggendo entro le 11 e trovando rifugio nella rinfrescante piscina del campeggio per poi tornarvi nel tardo pomeriggio e visitare il kastro (la città alta) quando il sole inizia ad essere meno aggressivo.
Noi poi abbiamo avuto fortuna:nel pomeriggio il cielo si è annuvolato ed abbiamo visitato la città alta sotto una piacevole coltre di nubi.
Stasera abbiamo concluso questa piacevole sosta nel Taigeto con una cenetta al ristorante nel vicino paese montano di Trypi, il ristorante si è dimostrato di quelli “per Greci” e non per turisti:posizionato nella parte finale della Kalamata-Sparta percorso da rigagnoli di acque sorgive,il cameriere portava la classica caraffa di acqua dopo averla attinta proprio da una delle cascatelle; 27 pleuri per due antipasti,due secondi e mezzo litro di vino!
Domani partiremo di buonʼora per il Mani,secondo dito del Peloponneso sostando a Gythio...si ritorna al mare!

17 agosto
Penisola del Mani,paese:Gythio,camping:Meltemi,temperatura:34 gradi all'ombra,ombreggiatura campeggio:scarsa.
Con queste poche parole posso riassumere la situazione attuale fratelli di caravan. Abbiamo lasciato questa mattina non senza rimpianto la zona di Mistra e del monte Taigeto per approdare nel Mani.
Il viaggio è stato breve:Gytihio che è la porta orientale alla regione del Mani dista solo una 40 di km da Sparta,partiti a metà mattina da Mistra in pratica all'ora di pranzo eravamo in campeggio.
L'attraversamento di Gythio si è rivelato impegnativo come d'altronde l'attraversamento di ogni paese del Peloponneso:non si è ancora provveduto a deviare il traffico veicolare in transito attraverso arterie esterne per cui ogni veicolo,dal motorhome a carreggiata variabile al triciclo a motore del pescivendolo transitano sull'unica strada che attraversa il paese la quale conduce immancabilmente alla piazza centrale dove ogni greco che si rispetti parcheggia in doppia fila per fare la spesa o per bere il caffè per poi,se si avrà pazienza e fortuna,fuoriuscirne miracolosamente intatti.
Ma anche questa è la Grecia e noi così la amiamo,incondizionatamente.
Gythio sembra un pesino carino ma sospendo il giudizio fino a domattina quando mi ci dovrò recare per fare spesa.
Il campeggio: non mi piace,devo essere lapidario nel giudizio,e mi sono bastate 2 ore di permanenza.
Situato all'interno dell'ennesimo immenso uliveto vede tende e camper puri posizionati sotto gli ulivi mentre caravan,motorhome e mansardati sotto l'ombreggiatura artificiale di scarsa efficacia (non che a chi si piazza sotto un ulivo possa andare meglio) ma ciò che meno amo è la disposizione cui si è obbligati: "in batteria" come i polli poichè per razionalizzare gli spazi hanno costruito una struttura portante metallica (sopra la quale è stato posto un telo ombreggiante) larga 10 metri e lunga 200 dividendo ogni piazzola all'interno con una catenella:in pratica ad ogni equipaggio spetta uno spazio da 10x5 e poichè una caravan/chemper/motorhome è larga mediamente 2,30 significa che rimane uno spazio calpestabile da 2,50 prima del muro costituito dal seguente veicolo.
 
Sarò di gusti difficili mi direte e forse è così ma spazi come questi sono "roba per chemperisti" i quali sono abituati a disposizioni analoghe nelle aree di sosta.
Il Meltemi è comunque dotato di tutti i servizi:acqua calda sempre,self service,cucina con fornelli a disposizione,WIFI gratis,accesso diretto alla spiaggia,giochi per bambini,piscina. Il problema è che qua sei un numero,la struttura è enorme,piena di gente,bambini che schiamazzano,neonati che piangono,mamme che urlano,vetture e chemper in costante movimento, insomma la nostra amata selvaggità è andata a farsi benedire,in pratica è il classico mega-campeggio con ogni servizio che a tanti piace ma che lascia me e Rosi indifferenti.
Appena arrivati una signora ci ha indicato sbrigativamente dove posizionarci,ritirato i documenti senza un sorriso,solo fredda cortesia.
Siamo lontani anni luce dal campeggio Castle View di Mistras in cui l'anziano proprietario è uscito dalla sua veranda per stringerci la mano appena arrivati,per farci vedere il campeggio e accoglierci con calore.
Ma si sa,c'è campeggio e campeggio e poichè questa zona offre questo bisogna adattarsi. La spiaggia da quanto ci è dato di vedere è enorme e poichè è una delle poche del Mani (notoriamente roccioso e scosceso) è pure comprensibilmente affollata ma penso basterà camminare un pò per lasciarsi alle spalle la folla,inoltre lo scopo della nostra sosta nel Mani non è tanto il mare e le sue spiagge (ci saremmo altrimenti fermati in Messinia enormemente più avvantaggiata da questo punto di vista) ma bensì la visita delle famose case-fortezza ed il raggiungimento di Capo Tenaro,il punto più a sud della Grecia.
Per ora chiudo il collegamento,vado a farmi un tuffo in mare,magari ci leggiamo più tardi.

18 agosto
Eccoci di ritorno dal periplo del secondo dito del Peloponneso:il Mani.
Siamo partiti di buonʼora,attorno alle 9,30 e come prima tappa ci siamo diretti alle grotte di Dirou,una delle mete più belle di questa regione.
La particolarità di questo luogo è che le grotte sono invase dallʼacqua e quindi lʼescursione avviene per mezzo di piccole imbarcazioni rigorosamente condotte a remo da un addetto. La visita, che dura mezzʼora, lascia il visitatore senza fiato:la particolare forma della barca,stretta e lunga,consente di percorrere gli angusti cunicoli delle grotte spesso costringendo il visitatore a piegare la testa per non prendere qualche colpo contro le stalattiti od il soffitto del cunicolo; tutto è illuminato ad arte con delle luci che creano atmosfera,lʼescursione vale tutto il costo del biglietto che costa €12 a persona.
Abbiamo poi proseguito verso il sud del Mani imbattendoci da subito in quella che è la sua particolarità:le case-fortezza.
Un tempo i vari clan famigliari che abitavano questa regione erano spesso in guerra tra loro,esistevano vere e proprie faide tra villaggi e tra clan che si protraevano a volte per decenni;queste dispute si combattevano con armi da fuoco,cannoni compresi, e per questo le case degli abitanti non erano semplici case come noi le intendiamo ma torri- fortezze costruite in pietra,da ognuna di queste case si sparava sulle case rivali.
Oggi che queste dispute non ci sono più e molte di queste case-fortezze sono state restaurate,sono bellissime ed impressionanti da vedere:alcune di loro hanno ancora le bocche di cannone murate pronte a sparare, a ricordo di un passato non tanto remoto. Sebbene le dispute siano terminate il carattere dei manioti rimane “focoso”, Dimitri,il ragazzo che lavora al bar e che abbiamo conosciuto ieri sera, ci assicura che fino a non molto tempo fa i manioti giravano armati e le faide esistevano ancora,fortunatamente i giovani adesso studiano,vanno allʼuniversità e questa caratteristica,che ricorda per alcuni aspetti la “balentia” della Barbagia sarda sta scomparendo.
La caratteristica del Mani è quella di avere pochissime spiagge ma infinite scogliere a strapiombo sul mare,mozzafiato.
 
Il nostro giro tra i paesi del mani è proseguito visitando alcune perle quali Girolimenas e Vathia per toccare il culmine con Capo Tenaro.
Capo Tenaro è un sogno:questo luogo meraviglioso,il più a sud della Grecia ed il secondo (dopo Punta Tarifa in Spagna) più a sud dʼEuropa lascia il visitatore senza fiato.
Per raggiungerlo la strada da percorrere attraversa colline spoglie di ogni vegetazione,brulle,pietrose e costantemente battute da un vento caldo.
Caldo in maniera infernale:il termometro segnalava costantemente 37°,uscire dalla vettura per scattare fotografie ed ammirare il paesaggio è una impresa faticosa dalla quale il visitatore non può esimersi:baie,insenature,mare colore dei tropici,ti riempiono di stupore ad ogni curva.
Impossibile per il viaggiatore che ha visitato lʼantipodo di Capo Tenaro e cioè Nordkapp non fare un parallelo e trovare alcune affinità,sopratutto dal punto di vista del “wilderness” e cioè della selvaggità del luogo:totale assenza dellʼuomo,silenzi,vento,natura imperiosa che ti sovrasta a Capo Nord con i venti gelidi e la sensazione di essere solo al mondo ed Capo Sud con i suoi venti bollenti,il sole implacabile che sai essere infinitamente più forte di te.
Con queste sensazioni vi lascio fratelli, ci leggiamo domani.

19 agosto
Camping Meltemi,oggi vi parlerò di “Carmelo,Nino ed i greci”.
Carmelo e Nino sono due amici 60enni siciliani che vengono in questo campeggio da 6 anni,in loro compagnia cʼè un uccellino in gabbia di razza sconosciuta,salvato da morte certa in seguito alla caduta dal nido, Carmelo lo accudisce,raccoglie per lui grilli e cavallette e glieli dà in pasto.
Sono posizionati in luogo strategico Carmelo e Nino:hanno piazzato la tenda in prossimità della cucina comune completa di tavoli e panche a disposizione di tutti per pranzare.
Questa zona del campeggio è ritrovo di Carmelo,Nino ed un gruppo di famiglie greche che qui stazionano indefinitamente cucinando,parlando.
Siamo stati rapiti da Nino che mentre Carmelo gli preparava della pasta con sugo ci ha parlato della sua Sicilia,della sua vita,vita da uomo libero non avvezzo a compromessi. Si avvicina uno dei greci:pancia,baffazzi bianchi (la sua roulotte con un condizionatore casalingo impiantato nel gavone anteriore,di fianco alla bombola) si rivolge a Carmelo in greco-italiano-francese, lui il sugo lo fa diversamente.
Arriva un altro greco,stessa panza,barba di diversi giorni,inizia a cantare in italiano stentato una canzone melodica italiana degli anni ʼ60:i due siciliani lo accompagnano al canto,nel frattempo si unisce al gruppo la moglie del primo greco:donnone da un quintale,sorride,canta e balla coinvolgendo la figlia.
Ci spiegano che fino a 40 anni fa in grecia non esisteva musica americana e le uniche canzoni straniere erano quelle italiane,ne hanno una vasta cultura,sicuramente maggiore della mia.
Ogni tanto Nino,comodamente seduto su una delle panche,interrompe il racconto sulla Sicilia e sui sui viaggi in Grecia e Turchia e chiede a Carmelo:”Carmelo,come andiamo con la pasta?” sono quasi le 15 ora greca ma il pasto non è ancora pronto,se la prende con calma Carmelo,è in vacanza,non cʼè fretta.
Nel frattempo finiscono le canzoni,un signore del clan dei greci prende una brandina e si mette a dormire ai margini di questo blocco cucine,sotto una pianta.
Finalmente alle ore 16 la pasta è pronta,Carmelo e Nino possono mangiare,i clan greci sono seduti un paio di panche più in là,pranzano anchʼessi,io e Rosi ci gustiamo un caffè ripensando a queste scene di vissuto quotidiano che rimandano ad un modo di “fare campeggio” arcaico,perduto da almeno quarantʼanni ma che sopravvive in questo angolo del sud dellʼEuropa,nel Peloponneso,penisola del Mani,Gythio,Camping Meltemi.
 
20 agosto
Ieri sera abbiamo festeggiato lʼultima sera di permanenza al Camping Meltemi nella penisola del Mani con una ottima grigliata di sardine,ho esagerato con il cibo e le bevande ed oggi mi ritrovo con terribile mal di testa il quale non mi abbandonerà per tutta la giornata.
Poco male se fosse stata una giornata come tutte le altre ma trattandosi di giornata di cambio campeggio con relativo smontaggio,partenza e rimontaggio campo...non la raccomando a nessuno.
La meta di oggi è il terzo dito del Peloponneso e precisamente lʼisola di Elafonissos,regione Lakonia.
Elafonissos era,fino al terzo secolo DC, unita alla terraferma ma si staccò in seguito ad un terremoto.
Ovviamente è rimasta molto vicina al Peloponneso e vi si arriva in 15 minuti di traghetto;
i traghetti che effettuano il servizio sono piccoli è quindi richiesto lʼingresso in retromarcia,è bene che lo tenga presente il caravanista che vorrà recarvisi; in ogni caso il personale di manovra è molto capace e si è offerto di prendermi in mano il volante della macchina pur rimanendo allʼesterno della vettura,io mi sono rifiutato e con lʼaiuto dei loro comandi vocali mi sono posizionato correttamente.
Il viaggio,brevissimo, ci ha regalato la vista di una tartaruga di mare e questo dettaglio la dice lunga sulla qualità dellʼacqua e del suo colore.
Lʼisola di Elafonissos è davvero piccola,ha 2 strade di cui una conduce in paese e lʼaltra al campeggio.
Il campeggio, chiamato Simos Camping ha confermato le pessime voci che su di lui girano:assolato,caro,battuto dal vento,sporco.
Assolato:in pratica se non si ha la fortuna di trovare una delle pochissime piazzole chiamete “in ombra” (eufemismo perchè di ombra ne vedono poca pure quelle) si viene sbattuti impietosamente in una enorme,gigantesca spianata dove non esiste nè un albero nè la parvenza di ombraggiatura artificiale.
Ventoso: come se non bastasse,lʼintera isola è battuta quasi sempre da un forte,fortissimo vento che impedisce di montare il tendalino ma poichè il caldo è bestiale si aprono tutte le finestre possibili con il risultato che sabbia e polvere sollevate dal vento si riversano allʼinterno della caravan con il risultato che potete bene immaginare.
Ci si difende come si può nalla “spianata al sole” del Simos Camping:i chemper si chiudono a quadrato in gruppi di 4 come nel far west magari montando patetici teli frangisole che il vento ben presto spazzerà via,le pichettature delle tende vengono fissate con pietre,noi ci siamo ficcati in fondo al campeggio,montando solo il tavolo e posizionando la caravan secondo lʼasse nord-sud,questo ci consente di fare colazione da un lato della caravan e pranzo dallʼaltro lato sfruttando lʼombra della roulotte.
Sporco:il vento trasporta sacchetti di plastica,bottiglie,brandelli di tende o tende intere,materassini bucati:è infatti impossibile riunire le immondizie in un solo luogo,il vento disperde tutto,ribalta i cassonetti e ne disperde il contenuto.
Leggendo questo viene da chiedersi perchè uno venga ad Elafonissos: la chiave di tutto è la sua spiaggia.
La spiaggia ti ripaga di ogni fatica:io raramente in vita mia ho visto un mare tanto bello:poichè la sabbia è di un bianco abbagliante il colore del mare parte dal trasparente fino ad assumere tutti i toni dellʼazzuro per poi passare al blu.
Impressionanante e da lasciare senza fiato.

21 agosto
Alla sera la spianata del campeggio diventa un luogo molto bello:cala il vento e non cʼè illuminazione artificiale per cui si rimane piacevolmente sotto le stelle.
 
Quando poi un chemperista si decide di smetterla di fare giri sul piazzale con il quad portando il figlio piccolo in piedi,inizia a regnare anche il silenzio.
La decisione è di fermarsi qualche giorno a godere delle meravigliosa spiaggia dellʼisola nonostante il campeggio sia uno dei peggiori che io abbia visitato in vita mia.
Dopo una fresca e piacevole notte al mattino di oggi si rialza forte,fortissimo il vento,forte quanto non mai.
Decidiamo di andare in spiaggia ma è anchʼessa battuta dal vento con tale violenza che si alza la sabbia rendendo impossibile lo stazionamento sdraiati,la spiaggia è completamente deserta aumentandone il senso di bellezza caraibica,bella,bella ma impossibile.
Ne abbiamo abbastanza,decidiamo di lasciare lʼisola.
Smontato il campo in breve tempo ci si reimbarca,sempre in retromarcia,e via con destinazione Monenvasia.
Monenvasia è una antichissima città-fortezza veneto-bizantina costruita su una impressionante rocca naturale sul mare,è unita alla terraferma da un istmo di terra di alcune centinaia di metri,queste caratteristiche la resero inespugnabile ed in tutta la sua storia fu conquistata solo per assedio.
Città molto ben conservata ed in gran parte restaurata la visitiamo verso il tramonto dopo aver posteggiato sullʼampio piazzale fuori dalla rocca il treno caravanistico.
Dopo la visita, complice la mancanza di campeggi nei dintorni, decidiamo di concederci una sosta libera in riva la mare,grazie allʼottimo intuito di Rosi troviamo un posticino davvero delizioso di fronte alla rocca,con il rumore del mare che ci accompagnerà nella notte,ci addormenteremo dopo una cenetta in un vicino ristorantino con i tavoli direttamente sulla spiaggia.
La notte il vento continua a battere violentemente la costa alzando grandi ondate e facendo tremare la caravan ad ogni raffica.
Lʼalba ci regala una visione:sole che sorge rosso fuoco sul mare,inonda di colore Monenvasia,la spiaggia e la roulotte,foto di rito,colazione a base di fichi seduti sulla spiaggia di fronte alla roulotte e via,si riparte.

22 agosto
La meta di oggi dovrebbe essere lʼultima di questo nostro viaggio:il pollice del Peloponneso e cioè lʼArgolide.
Ci arriviamo dopo un piacevole attraversamento dellʼinterno attraverso Sparta,Tripoli,Argos ed infine Naflio.
Durante questo percorso di 200km attraversiamo monti ed un grande altopiano incontrando poco traffico e tanti tanti agricoltori che con i loro pick-up trasportano e vendono ai lati della statale i prodotti della terra:miele,olive,pomodori,meloni,angurie.
Fino ad oggi noi ci siamo riforniti quasi sempre da questi signori:prezzi buoni e la speranza di aiutare la loro sussistenza.
Giungiamo nel primo pomeriggio a destinazione pochi chilometri dopo Naflio,precisamente nel villaggio di Deprano al Camping Lefka.
Imprescindibile,dopo i due giorni passati a Elafonissos,trovare una piazzola allʼombra. Alla reception ci chiedono quanto ci fermeremo:
”se mi date una piazzola allʼombra ci fermiamo una settimana”.
Magicamente la piazzola salta fuori,il camping è terrazzato con ombreggiatura rigorosamente artificiale ma efficace.
Peccato per le dimensioni delle piazzole:piccole,troppo piccole per i miei gusti,ma la nostra è vista mare,incantevolmente a pochi passi da una bella spiaggia sassosa,accettiamo e ci fermiamo.
Il caldo è bestiale:37 gradi allʼombra,posizioniamo la roulotte,montiamo tavolo e sedie e poi sfiniti ci mangiamo un dolcissimo melone locale.
 
Il resto del pomeriggio trascorrerà tra una penichella,finalmente una doccia e una doverosa pulizia della caravan:lʼinterno viene ripulito dalla sabbia e dalla polvere depositate ovunque e le pareti esterne pulite dal sale che in questi giorni ha formato una sottile crosticina ben avvertibile sotto le dita.
Cenetta in piazzola con vista sul mare,silenzio e nanna,ci si legge domani fratelli di caravan.

23 agosto
Finalmente una notte di pieno e ristoratore sonno dopo tre notti di relativo dormiveglia:il vento bestiale di Elafonissos e di Monenvasia rendevano il sonno disturbato,con la caravan che vibrava e oscillava in continuazione.
A Deprano si sta davvero bene,la spiaggetta del campeggio è davvero carina,poco frequentata e con lʼacqua pulitissima.
Continuiamo la nostra abitudine di tuffarci in mare appena svegli al mattino:è tonificante e rinvigorente.
La mattina è trascorsa in spiaggia riposando mentre al pomeriggio la temperatura torrida ci consiglia di rimanere allʼombra della piazzola,parlare di fresco è difficile visti i 37 gradi allʼombra,miracolosamente invece la sera rinfresca,stanotte infatti abbiamo dormito con 26 gradi.
Sera con cenetta a lume di candela in piazzola,le piazzole sono piccole ma i terrazzamenti le trasformano in balconcini con vista sul mare,una favola.
Guardo la caravan;porta,finestre,oblò tutto spalancato per far entrare la brezza della sera...che differenza vederla così rispetto alle vacanze nel grande nord in cui sigillata diventa una cellula di sopravvivenza.
Ma lei si adatta al cambiamento,al clima diverso,ed io la rispetto e le voglio bene come se fosse una buona amica.
La guardo,la sua mole massiccia incombe e benevolmente sembra accogliermi nel suo grande ventre,mi garantirà una notte serena,silenziosa e confortevole.
Con questo pensiero vi saluto e vi abbraccio,fratelli di caravan.

24 agosto
La giornata trascorre nellʼozio tra bagni di mare e riposo al bar del campeggio.
La vacanza sta volgendo al termine ed è nostra intenzione riposare il più possibile per evitare di tornare a casa in debito di riposo.

25 agosto
La giornata di oggi è trascorsa nellʼozio più completo tra cibo,dormite e bagni in mare, è una sensazione strana quella dellʼozio totale,alla quale non ero abituato per cui ho bene accolto questa cosa, a Milano la mia vita corre sempre veloce e mai ho tempo da passare in stato di “non fare niente”.
Alla sera ci siamo recati al pese di Drepano per la sagra annuale,è stato davvero divertente ed una grande fortuna per noi incappare in una “festa greca”.
Queste sono le modalità di una “festa greca”: si prenota un tavolino presso uno dei bar o ristoranti in centro al paese,alle 20 inizia la funzione presso la chiesa ortodossa del paese,attorno alle 22 termina la funzione ed inizia la processione con lʼicona sacra ed al termine  della processione tutti occupano i tavoli prenotati.
Tavoli che per contenere tutti vengono disposti ovunque:sulla via principale e nella piazza del paese.
Dopodichè ha inizio la grande abbuffata: ogni bar o ristorante ha un proprio servizio di taglia-porchetta con machete:una mattanza fratelli,una vera mattanza.
La scena è questa:la porchetta viene portata sul tavolo del macellaio il quale a colpi di coltellaccio prepara le dosi e le porzioni che gli vengono richieste.
 
Una volta tagliata la porzione viene presa con le mani e schiaffata in un cartoccio,il tutto viene pesato e pagato.
Non si consegna altro al cliente:un cartoccio contenente la miglior porchetta del pianeta Terra,niente piatti niente posate.
Tutti mangiano con le mani seduti ai loro tavoli e si leccano le dita al termine del pasto. Ovviamente il tutto avviene in un corollario da straspesana:gente vestite con “lʼabito della festa” ma appartenente ad una moda di 20 anni prima,uomini con cravatta che si capisce benissimo la indossano una sera allʼanno,Pope che camminano tra la folla con persone che li sfiorano per ottenere pace e bene,musica dal vivo a volume assordante:musica greca paragonabile alla musica emlodica italiana anni ʼ50,greci in cerchio che ballano e zingare che gettano su di loro petali di rosa.
Il tutto in un turbinio senza fine.
Noi abbiamo retto fino alle 24 poi siamo tornati in campeggio,qualcuno ci ha spiegato che il meglio sarebbe accaduto solo verso le 2 del mattino.

26 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla visita del teatro greco di Epidauro presso la omonima città:si tratta del classico anfiteatro in pietra a costruzione semicircolare. il Teatro di Epidauro è inserito in una struttura originariamente molto più grande e complessa dedicata al dio-serpente greco ed avente per scopo la guarigione delle malattie.
Visita consigliata al mattino presto:il sole quando avanza nel suo cammino non perdona. La nostra giornata è continuata con la visita del Canale di Corinto:costruito alla fine del 1800 consente il transito di navie barche senza circumnavigare il Peloponneso; a oggi è sottodimensionato rispetto alle misure delle moderne navi da crociera o da trasporto e riamne quindi una attrazione turistica priva di un relae utilizzo pratico.
Impressionante comunque la vista dallʼalto:80 metri più in basso il canale sembra un rigagnolo.
Esiste perfino un centro di Bungie Jumpie,impossibile per noi cimentarci:abbiamo fatto fatica a scattare le foto di rito al centro del ponte perchè colti da forti vertigini.

27 agosto
Micio,un amico inaspettato.
Vi racconto di questo micio,diventato nostro amico al Camping Lefka:soffriva di una malattia al pelo che ne lasciava scoperte alcune parti,addirittura una parte era piagata. Si avvicina a noi,Micio, e miagolando chiede da mangiare.
Ce ne innamoriamo subito e lo adottiamo comprandogli delle scatolette e nutrendolo abbondantemente inoltre a turno io e Rosi lo disinfettiamo nella piaga scoperta.
Alla fine si stabilisce sotto la nostra caravan,un gatto che tutti evitano perchè malato diviene la nostra mascotte in questo ultimo giorno di permanenza al Camping Lefka. Al momento della partenza saremo un pò commossi,chissà che fine farà Micio,sicuramente un aiuto lo ha avuto.
Altra nota simpatica di questa sosta:conosciamo una simpatica famiglia di chemperisti Francesco e la moglie Patrizia:si chiacchera del più e del meno finchè Francesco inizia a chiedermi informazioni sul mondo delle caravan,si è reso conto dei pesanti limiti della vacanza in chemper,è seriamente intenzionato a passare alla caravan.
Gli fornisco le coordinate del nostro forum,presto lo avremo tra di noi.

28 agosto
Lasciamo di buonʼora il Camping Lefka a Drepano e puntiamo il timone del treno caravanistico verso Micene.
 
Vi arriviamo prima del grosso afflusso turistico e prima dellʼeccessivo calore del giorno,parcheggiamo nel grande parcheggio e ci addentriamo verso le rovine di quella che fu una delle più floride città-stato elleniche.
Lʼingresso attraverso la Porta dei Leoni ci lascia senza fiato:possenti ed immensi blocchi di pietra con scolpiti due meravigliosi leoni,simbolo della casata reale di Micene accolgono il visitatore.
Le rovine sono ben indicate e chiari pannelli esplicativi aiutano a capire ed immaginare la dislocazione dei diversi quartieri della città.
Ci spostiamo successivamente verso la cosiddetta Tomba di Agamennone,si accede da un corridioi in pietra di 20 metri e si entra attraverso un architrave in monoliti di pietra,uno di questi misura alcuni metri di lunghezza,il peso stimato è di 13 tonnellate,è impressinannte e lascia basiti.
Si tratta di un meraviglioso esempio di architettura micenea:blocchi di pietra unitis enza lʼutilizzo della calcina.
Ripartiamo verso mezzogiorno,appena in tempo per sfuggire al solito sbarco di Unni: 5 chemper,20 persone urlanti,folla inconsapevole che scatta foto prima ancora di aver guardato con gli occhi.
La meta di oggi sarà il campeggio di Akrata,ad una cinquantina di chilometri da Patrasso. Lʼautostrada che ci conduce ad Akrata e che ci porterà il giorno 30 fino allʼimbarco a Patrasso è una vergognosa statale che i greci chiamano autostrada e che hanno pure il coraggio di far pagare.
La meta di Akrata è stata scelta per due motivi:per avvicinarci a Patrasso e per utilizzarla come base per la escursione di domani:la ferrovia a cremagliera che collega Dikoftò ad Kalavrita.
Si tratta di un itinerario panoramico che solo una ferrovia a cremagliera può offrire,Kalavrita è località di montagna e sede di un monastero allʼinterno del quale durante la seconda guerra mondiale furono trucidati per rappresaglia dai nazisti donne e bambini. Ancora a adesso ci è stato detto che i tedeschi non ci possono andare,se non a loro rischio e pericolo.
Ci leggiamo domani al ritorno dalla gita.

29 agosto
La giornata di oggi è stata dedicata alla gita a Kalavrita.
Il trenino a scartamento ridotto e cremagliera si prende a Diakoftò a 9 km dal campeggio. La ferrovia è una mirabile opera ingegneristica italiana realizzata alla fine del 1800,serviva per trasportare a valle i minerali estratti dalle miniere locali,ora funziona come ferrovia turistica.
Il tracciato ferroviario che conduce a Kalavrita si snoda tra canyon,torrenti,strapiombi impressionanti e pareti che sfiorano il trenino per pochi centimetri.
Gli ingegneri italiani sembra abbiano voluto costruire un treno-giocattolo:gallerie scavate nella roccia,tratti in salita anche del 7% con avvitamenti a spirale,esili ponti sospesi sopra burroni,paesaggi mozzafiato.
Oggi il treno è un moderno convoglio con aria condizionata e posti numerati ma in stazione a Dikoftò sono ancora esposte le locomotive a vapore che erano in funzione fino a pochi anni fa.
Per quanto riguarda i “posti numerati” sia alla partenza che allʼarrivo ci siamo “sentiti a casa”: i greci non rispettano minimamente la numerazione dei posti e si siedono dove capita o dove preferiscono;sia allʼandata che al ritorno abbiamo dovuto far valere il nostro diritto mostrando il nostro biglieto con numero di posto al greco di turno che ce lo aveva occupato,e lo abbiamo fatto con decisione visto che i nostri posti erano quelli vicino al manovratore e frontemarcia quindi i più panoramici.
 Le persone che si spostavano si sedevano a casaccio dove capitava e si dovevano quindi rialzare quando sopraggiungeve il legittimo proprietario del posto,noi stando a guardare ci godevamo la simpatica scenetta, avolte davvero esilarante.
Proprio vero:italiani-greci,una fazza,una razza.
Kalavrita è un paese di montagna oggi meta sciistica invernale,totalmente ricostruito dopo la strage nazista ed il conseguente incendio del 1944.
Purtroppo non siamo riusciti a visitare il Museo del Martirio che rievoca i tristi fatti di allora in quanto proprio oggi era chiuso.
Al nostro ritorno in campeggio ci siamo goduti lʼultimo mare e lʼultimo sole di questa vacanza,domani di buonʼora partiremo per Patrasso,il ventre della Superfast VI ci attende per riportarci in patria.
Una nota sul camping Akrata Beach:stanziale al 90%,gli stanziali nostri vicini ci hanno adottati fornendoci indicazioni e dimostrando in tutti i modi la loro simpatia.
Non vi dico quando abbiamo azionato il mover per metterci in piazzola:bisbigli stupiti da farmi sentire in imbarazzo.
Il mare è pulito e la spiaggia è di sassi, si tratta di una valida tappa pre-imbarco.
Il bilancio di questa vacanza è senzʼaltro positivo:i greci si sono confermati un popolo cordiale ed estremamente amichevole,i campeggi nel complesso buoni,il mare meraviglioso,i prezzi ancora calmierati e sicuramente più bassi che in Croazia o Spagna.

 

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