Carnia

cartina carnia
Nickname
Kozan
Durata (giorni)
28
Tipo di Roulotte
Tabbert Comtesse


Scarica il viaggio di Kozan e Rosi in pdf: Carnia2012.pdf

Kozan e Rosi estate 2012: Carnia

Erano diversi anni che avevo questo chiodo fisso,visitare la Carnia in roulotte.

Certo,dopo tante peregrinazioni in giro per lʼEuropa devo ammettere che in un primo momento mi è sembrato strano eligere una meta così poco blasonata,sconosciuta ai più,e sopratutto...vicina

E già fratelli miei,nello scegliere la Carnia mi sono diverse volte ritrovato a pensare che in fondo,nonostante le sue bellezze di cui vi parlerò più avanti,non era una meta lontana:solo 400 chilometri da Milano,lʼarrivo in battere di ciglia.

Queste considerazioni mi hanno portato ancora una volta a ragionare sullo scopo di un viaggio,sul perchè del mio caravanismo.
Quale enorme rischio corriamo nel pensare che il vero viaggio è quello “lontano”; come mi dissero un giorno degli sfortunati viaggiatori che incontrai in una area di sosta della Svezia:”...anche lei è diretto a Capo Nord?” mi dissero,”...pensi che noi andiamo più a nord di Capo Nord” quasi che il successo di un viaggio,di una vacanza risiedesse nella mole di chilometri percorsi.

Ma allora tra la partenza e lʼarrivo cosa cʼè? e tra un chilometro e lʼaltro?Nulla,per costoro cʼera solo il vuoto pneumatico.

Questo doveroso preambolo per ribadire che il buon caravanista,il roulottista maturo si troverà a suo perfetto agio tra le sconfinate autostrade del Grande Nord,solo e sperduto a migliaia di chilometri da casa come invece nella pace della sua piazzola in un campeggio ad un tiro di schioppo da casa.

Quindi, superato con successo il blocco mentale del “macinare chilometri ad ogni costo” questo mese di agosto dirigeremo il timone del treno caravanistico verso il nord del Friuli Venezia Giulia,verso questa zona così poco conosciuta e trascurata dal turismo di massa: la Carnia.

Perchè proprio questa regione?
Le risposte sono molteplici,innanzitutto le mie origini:io sono mezzosangue friulano ed in Friuli ci ho passato la vacanze dellʼinfanzia e della adolescenza,per me sarà un piccolo ritorno a casa.
Un secondo motivo è dovuto alla bellezza dei luoghi:la Carnia è una regione di montagna in cui la natura è pressochè intatta,inalterate sono le tradizioni dei pochi abitanti che ancora vi soggiornano,”vero” e semplice è il loro carattere.
Scarsa è lʼantropizzazione di questa regione,ed anche questo è stato un motivo che mi ha spinto nella decisione,io e Rosi quando partiamo per il viaggio estivo non amiamo imbatterci in luoghi affollati,prediligiamo natura,silenzi,contemplazione,ridotta presenza dellʼuomo.
La Carnia dicevo è completamente esclusa dalle grandi rotte turistiche:il turista amante della montagna preferirà alla Carnia le più rinomate (e probabilmente più spettacoli) vette delle Dolomiti del Trentino,le più famose ed esclusive località come Cortina e Misurina; pochi chilometri più a nord della Carnia inoltre ci sono i laghi della Carinzia ad attirare folle di turisti,più ad est invece le famose e rinomate località Slovene come il Lago di Bled ed il parco del Triglav.
Capirete che di fronte a cotanta concorrenza la Carnia non abbia altrettante valide argomentazioni a suo favore...a meno che...
 
A meno che non cerchiate un luogo poco battuto dalle grandi folle.
A meno che non cerchiate dei campeggi semplici,silenziosi e privi di animazione. A meno che non vogliate spendere poco.
A meno che non vogliate fare delle escursioni in montagna senza dovervi mettere in fila indiana con altre decine di escursionisti vocianti.
A meno che non amiate grandi silenzi,alte vette,persone semplici.

Persone semplici...come il gestore di quel campeggio che da me contattato questo inverno nella fase preparatoria del viaggio rispose così alla mia domanda se per caso avessero WIFI nel campeggio:”si...lo abbiamo ma quando sarete qui dovrete arrangiarvi voi per collegarvi,sapete...noi non siamo molto pratici con queste cose”

Eureka! la risposta del gestore di questo campeggio era la conferma che avevo trovato quello che stavo cercando.

Il programma di massima che ho studiato a tavolino con Rosi prevede non più di 3 o 4 spostamenti relativi alla Carnia ognuno inframezzato dalle solite visite “modalità stellare” solo in auto.
Saranno soste mediamente lunghe,contando che il tempo a disposizione è lʼintero mese di agosto non ci faremo prendere dalla fregola degli spostamenti rapidi che contraddistinguono una vacanza fortemente itinerante.

Le nostre giornate saranno scandite dalle escursioni in montagna,sarà la nostra una vacanza prevalentemente sportiva,con pause di relax e lettura.

Lʼincognita sarò quella del meteo,sappiamo tutti che la montagna è foriera di condizioni climatiche instabili e variabili,se la situazione dovesse compromettersi abbiamo in serbo un piccolo Jolly:tireremo fuori i nostri costumi da bagno e ci dirigeremo verso la Croazia. Per questa infausta eventualità non abbiamo programmato nulla,se dovesse rendersi necessario un cambiamento decideremo sul posto le modalità di attuazione.

La seconda parte del nostro viaggio ci porterà invece fuori dal Friuli Venezia Giulia,sconfineremo nella vicina Slovenia per visitarne la capitale Lubiana ed il rinomato Lago di Bled,

Questo in linea di massima il progetto che potrà variare senza pregiudiziali in base alle esigenze contingenti del momento.

Veniamo alla dotazione:
gli accessori che porteremo con noi in questa vacanza consistono nel tendalino con le due pareti laterali le quali saranno un plus importante nelle fresche serate montane.
La cucina esterna completerà la dotazione visto che prevediamo soste di alcuni giorni per ogni singola tappa.
Credo che la Truma interromperà il suo letargo primaverile,al suo funzionamento provvederanno le bombole a gas (verificate e piene) ma confido nella generosità delle colonnine dei campeggi per il funzionamento dellʼUltaheat.

Grande importanza abbiamo dedicato alla preparazione dellʼabbigliamento:in ossequio al celebre motto “non esistono condizioni atmosferiche avverse ma solo un abbigliamento inadeguato” porteremo con noi abbigliamento tecnico composto da capi impermeabili ma traspiranti,pantaloni magliette e softcell sintetici che consentono rapidissime asciugature.
 
Bandita la lana e relegato ad abbigliamento marginale il cotone,incamerano troppa acqua e ci mettono troppo ad asciugare.
Scarponi da trekking e bastoncini telescopici completeranno la nostra dotazione.  Come al solito i giorni precedenti la partenza sono elettrizzanti,forse i più belli di tutta la vacanza per chi come me dà tanta importanza alla fase preparatoria.

Ovviamente faremo il possibile per rimanere collegati con la nostra community:lʼIphone di Rosi ed il WIFI dei campeggi dovrebbero consentirci report quasi quotidiani.
Laddove mancasse la connessione internet ci penserà Americandream a pubblicare i miei SMS ed a compilare la solita mappa di viaggio.

A questo punto non resta che aggiornarci a tra qualcxhe giorno prima della partenza.


31 luglio
Fratelli ci siamo.
La roulotte è carica,quest'anno rischio l'overload infatti questa vacanza non me lo aspettavo ma mi richiede molta attrezzatura:doppia parete laterale per il tendalino,attrezzatura da montagna a profusione (scarponi,zaini e quant'altro).
Io e Rosi siamo a 1000,stasera a nanna presto domattina la sveglia suona lle 4,entro le 6 vogliamo partire.
La prima tappa sarà di tutto riposo:andremo a trovare i miei genitori in campagna,precisamente a San Giorgio di Nogaro provincia di Udine il paese dove ho trascorso tante vacanze della mia infanzia,sarà un pò come ritornare a casa e ritrovare antiche sensazioni.
Saranno due o tre giorni di completo relax,la roulotte nel cortile di casa e noi ospiti di genitori amorevoli in attesa di ripartire per i veri impegni di questa vacanza:escursioni anche impegnative,trekking in bici e tanta tanta montagna.
un abbraccio fratelli,ci leggiamo nei prossimi giorni.


1 agosto

La prima tappa è stata raggiunta,il lungo nastro di asfalto della Serenissima ci ha consegnati oggi a San Giorgio di Nogaro,paese sconosciuto ai più ma che per me riveste un grande significato simbolico,come ho già spiegato in questo luogo ho trascorso le mie vacanze di infanzia e trovarmi ancora una volta nella casa di campagna che fu di mia nonna ed oggi dei miei genitori,desta in me emozioni molto forti.
La cosa che mi colpisce sempre quando ritorno a San Giorgio è lʼelemento Acqua. Lʼacqua è ovunque in questo paese poichè insieme ad altri pochissimi paesi della zona nel sottosulo di San Giorgio scorrono abbondantissime vene di acqua provenienti dalle vicine montagne carsiche,non cʼè casa a San Giorgio che non abbia la sua fontana con acqua in perenne scorrimento,non sarebbe infatti possibile chiudere la fontana senza causarne il prosciugamento.
Il rumore dellʼacqua è quindi presente ovunque,alternato a quello del passaggio dei treni,la casa dei miei genitori infatti si trova vicino alla ferrovia.
Treni che passano di tanto in tanto,ricordi che riaffiorano quando da bambini io ed il mio fratellino attendevamo presso il vicino passaggio a livello il loro arrivo per poi fuggire a nasconderci quando si avvicinava;oppure quando vedevamo arrivare il treno a vapore,erano i primi anni 70 e noi avemmo la fortuna di vedrne in funzioni gli ultimi,venivano ormai utilizzati solo per le manovre ma proprio per eseguire queste
 
manovre si fermavano spesso davanti a casa:mostri benevoli e sbuffanti...”il teno del fumo” lo chiamavamo e chissà...forse questa notte tornerà a trovarmi...nei miei sogni. Buonanotte fratelli ci aggiorniamo presto.

4    agosto
Molto bene,dopo 3 giorni di completo riposo gentilmente ospitati ed accuditi dai miei genitori questa mattina siamo partiti per la montagna.
Ci troviamo nella val Cellina a Barcis (PN) presso il campeggio S.Francesco.
Dopo un paio dʼore di precampo (chi lo avrebbe mai detto!?) abbiamo potuto occupare lʼunica piazzola disponibile.
Il campeggio risponde appieno alle nostre esigenze:è molto tranquillo,abbastanza ombreggiato e ventilato.
Un dettaglio che rende particolarmente appetibile questo campeggio:essendo terrazzato è diviso in tante micro-realtà composte ciascuna da 5 massimo 6 piazzole,in questa maniera il campeggio sembra ben più piccolo e pare ospitare meno persone di quanto in realtà avvenga.
Ogni piazzola (sufficientemente ampia da ospitare una caravan di grandi dimensioni) è lastricata con autobloccanti il che significa bolla perfetta senza alcuna fatica,nessuna umidità e zero formiche;ogni piazzola è dotata di acqua potabile.
I servizi del campeggio sono assolutamente essenziali ed ad essere sinceri insufficienti rispetto al numero di piazzole,manca il vuotatoio chimico,su indicazioni della direzione si svuota nel gabinetto oppure in grata camper.
Come potrete comprendere siamo ben lontani dagli standard dei campeggi 4 stelle ma per noi che cerchiamo silenzio e tranquillità è quanto di meglio possiamo desiderare.
Il prezzo poi è il massimo:17 euro al giorno ridotti a 15 per noi grazie ad una convenzione con Incaravanclub.
I nostri vicini sono roulottisti itineranti della “vecchia guardia”:32 anni di esperienza, nessun collegamento con community internet,poca terminologia tecnica,una vecchia Tabbert Diadem la loro, senza mover e con il palo della antenna TV sul timone,la parabola a puntamento automatico penso che non sappiamo nemmeno cosa sia.
Eppure vengono da un mese di itinere in Carinzia,sanno bene come campeggiare e come utilizzare al meglio la loro caravan.
Parlando con loro mi rendo conto che noi “dei forum” siamo solo la punta di un iceberg,il fenomeno del caravanismo è ben più ampio e complesso di quanto noi internauti siamo disposti a pensare.
Durante il giorno ha fatto molto caldo ma essendo la zona molto ventilata il caldo è stato sopportabilissimo,la sera poi è impossibile rimanere allʼaperto senza felpa e pantaloni lunghi,siamo “solo” a 600 metri s.l.m. ma penso alle notizie che ci giungono riguardo la pazzesca onda di calore che sta martoriando lʼItalia in questo momento e mi sento fortunato.
Oggi pomeriggio abbiamo fatto le prime pedalate intorno al lago di Barcis,un bel lago artificiale dal colore verde smeraldo,abbiamo passeggiato per lʼomonimo paese ed acquistato un pò del famoso prosciutto di Sauris che ha la particolarità di essere leggermente affumicato rispetto al crudo cui siamo abituati.
Domani ci attende la prima escursione,volutamente poco impegnativa,servirà a prepararci le gambe” per le ben più impegnative escursionifuture.
Un abbraccio a tutti,ci aggiorniamo presto.

5    e 6 agosto
Queste due giornate sono state dedicate alla nostra passione:escursini e bicicletta. Sentieri escursionistici ce ne sono moltissimi e per gli amanti della bicicletta questo è un vero pardiso:il traffico è ridottissimo e le provinciali invitano ad inforcare la bici e pedalare.
 
Oggi 6 agosto in particolare ci siamo spostati in auto e biciclette al seguito (e da questo punto di vista ci tengo a sottolineare la superiorità del portabici da auto rispetto a quello da timone che “vincola” gli spostamenti a medio raggio), dicevo siamo andati nella vicina val Cimoliana,lasciata la vettura nel paese di Cimolais abbiamo risalito la stretta strada della valle per una decina di chilometri; la val cimoliana è magnifica,molto stretta con pareti a strapiombo e percorsa dalle acque cristalline ed azzurre dellʼomonimo torrente,il Cimoliana.
Abbiamo pranzato presso un agriturismo di quelli veri dove abbiamo potuto gustare del formaggio fuso alla piastra e dellʼottimo spezzatino di vitello con polenta di paiolo,tutto preparato con prodotti della fattoria.
In questi primi giorni ho avuto conferma del carattere schivo ma schietto dei friulani di montagna,questa loro scarsa loquacità unita alla estrema difficoltà al sorriso potrebbero a torto far pensare ad una loro mancanza di educazione ma così non è,la mia impressione è che queste persone siano di poche parole ma molto affidabili e sincere.
Certamente questo carattere presente anche in coloro che lavorano a contatto con i turisti non li aiuta,penso ad un confronto con lʼavvolgente,sorridente e cordiale accoglienza dei ristoratori altoatesini,un raffronto impari e forse anche grazie a quanto ho appena detto che il turismo di montagna predilige lʼAlto Adige rispetto al Friuli.
Paesaggisticamente invece devo dire che per quel poco che ho visto fino ad ora le Dolomiti friulane non hanno nulla da invidiare alle dolomiti del Trentino.
Ma rispetto a questo vi relazionerò meglio domani quando attaccheremo il sentiero CAI 353 che con un dislivello di 750 metri ci porterà al famoso Campanile della Val Montanaia,vero e proprio sperone di roccia dolomitica alto 300 metri e con base di 60,meta di alpinisti da tutta Europa.
E non siamo in Trentino ma nel parco naturale delle Dolomiti Friulane. A domani fratelli!

ore 20,22
il campeggio è vuoto silenzio assoluto vento
rumore di foglie frinisce una cicala ha piovuto profumo di pino tuoni in lontananza quiete
sotto al tendalino un uomo
si chiede dellʼessenza del caravanare non vi è risposta
tutto è qui,a portata di mano.

7    agosto
Sveglia alle 6,come da programma.
Apro la tendina dellʼheki e non vedo il cielo,o meglio,quello che vedo è una unica immensa nuvola bassa che copre tutto ed avvolge le montagne circostanti,unʼocchiata di intesa con Rosi e ci rimettiamo a letto,inutile rischiare una escursione impegnativa con un tempo così.
Ci svegliamo due ore dopo,le nuvole si sono alzate ma ormai è troppo tardi,abbiamo in serbo un “piano B” e dopo la solita abbondante colazione a base di yogurt,the,pane e marmellata inforchiamo le nostre fedeli Bianchi e ci dirigiamo verso la “vecchia strada del Cellina” la vecchia strada è una meta da non perdere per chi visita la val Cellina,si tratta di
 
una stretta carrozzabile costruita agli inizi del ʻ900 come strada di servizio per lʼallora in costruzione centrale elettrica di Barcis,incredibile pensare che fino a quel momento le popolazioni di queste valli (val Cellina,val Cimoliana e val Settimana) erano completamente isolate dal resto dʼItalia e gli spostamenti avvenivano esclusivamente attraverso sentieri e mlattiere.
La vecchia strada del Cellina è ormai chiusa ed è stata sostituita da una moderna statale ma un suo tratto,il più spettacolare,viene ancora aperto al turismo in estate consentendo il solo transito pedonale o ciclabile; è una meraviglia percorrere questa strada scavata nella roccia con gallerie non illuminate e tutta a strapiombo sul fiume Cellina.
Il fiume ha scavato grazie allʼerosione carsica dei canyons molto profondi di una bellezza abbagliante,passeggiare lungo i 4 km km della vecchia strada del Cellina significa fare un tuffo nel passato immersi nel silenzio della natura con il costante rumore del torrente sullo sfondo.
La seconda parte della escursione è stata dedicata ad un giro ad anello tra i paesi di Andreis,Alcheda e Prapiero i chilometri non sono stati molti ma il dislivello invece è stato notevole e la fatica tanta.
Abbiamo pranzato in una trattoria di Andreis:formaggio salato di Andreis alla piastra per me,carne salada per Rosi,due belle insalate,acqua e quattro chiacchere con il giovane gestore che di origine friulana ha abbandonato Milano per tornare a vivere nel paese dei suoi genitori,chapeau.
Andreis,che conta 100 anime in inverno,ha la caratteristica di avere le case costruite con scale e ballatoi esterni a vista,una architettura inusuale e bellissima tuttʼora perfettamente conservata dai loro abitanti.
Attorno alle 15 eravamo di ritorno in campeggio,ormai abbiamo trovato la formula giusta:partenza presto al mattino con rientro al primo pomeriggio così da potersi rilassare fino allʼora di cena,cena molto presto,attorno alle 19 in modo di poter andare a dormire altrettanto presto.
Eʼ un regime di vita molto naturale,come dicevano i miei nonni friulani:alzarsi al mattino ed andare a dormire alla sera con le galline.
Speriamo che domani sia la volta buona,la val Montanaia ci attende.

8    agosto
Anche oggi la sveglia ci ha destati presto:ore 6 in piedi,uno sguardo timoroso fuori dalla porta della roulotte:cielo sgombro di nubi,via senza perdere un istante verso Cimolais. Alle 9 eravamo in val Cimoliana e lasciavamo la macchina al parcheggio del Rifugio Pordenone a quota 1200.
Il cielo nel frattempo si era coperto e senza pensarci due volte ci siamo incamminati lungo il sentiero che con un dislivello di quasi 800 metri ci avrebbe condotto alle dolomiti, quelle vere.
In due ore e mezza di faticosa salita lungo un ghiaione siamo finalmente giunti alla meta:il Campanile si stagliava davanti ai nostri occhi,monolite di roccia dolomitica ,miracolo di bellezza della natura,ne avevamo viste le foto questo inverno preparando il nostro viaggio ma vederselo davanti agli occhi ci ha lasciato senza parole,commossi.
Ai piedi del Campanile il  mitico Bivacco Perugini a quota 2060.
Uno scatolotto di mt4x3 il Bivacco Perugini, con 9 posti letto e nullʼaltro.
Tutto intorno,circondati dalle vette dolomitiche del Monte Toro,Pala Grande tutte cime ben oltre i 2300 metri.
Nei pressi del Bivacco Perugini alpinisti di diverse nazionalità erano in attesa di salire in cordata sulle pareti verticali del campanile,mozzafiato.
Scattate le foto di rito siamo ridiscesi al Rifugio Pordenone dove stanchissimi ci siamo gustati la più gustosa zuppa di cereali della nostra vita.
 
Possiamo a questo punto considerare terminata la visita alla val Cimoliana,domani partiremo,con un pizzico di rimpianto nel cuore lasceremo il silenzioso ed ameno camping San Francesco e le acque color smeraldo del lago di Barcis per dirigerci verso il cuore delle Dolomiti Friulane:Forni di Sopra, abbiamo già telefonato al campeggio, cʼè posto e ci aspettano,lʼavventura continua.

9    agosto
“Vajont,il signor Memoria Storica, Erto,Mauro Corona ed il barista folle”

Pensavamo che durante la tappa di trasferimento tra Barcis e Forrni di Sopra il Vajont sarebbe stato nullʼaltro che una breve tappa di percorso ed invece sono accadute molte cose.
Parcheggiato il treno caravanistico nei pressi della diga del Vajont nel paizzale di un benzinaio il cui gestore non smetteva di farmi domande sulle caravan ci siamo diretti presso il Centro Visite attendendo lʼora per la visita guidata alla diga.
dal Centro Visite si vede nitidamente la cicatrice sul monte Toc dal quale nel 1963 si staccarono 120 milioni di metri cubi di roccia e terra che andarono a finire allʼinterno dellʼinvaso del Vajont.
In attesa della guida ci siamo imbattuti in un signore che vendeva libri sulla tragedia del Vajont,questo signore,che nella tragedia perse madre,padre e sorella ci ha spiegato con gran dovizia di dettagli quanto accadde e che cosa causò la tragedia.
Trovarsi in questo luogo è come trovarsi in un “logo della memoria”: una tragedia annunciata quella del Vajont,il monte che inizia a franare ancora prima che la diga venga terminata,le popolazioni di Erto,Casso e Logarone allarmate per i segni premonitori (rumori della montagna,piccole frane,alberi inclinati che stanno cedendo),le false rassicurazioni dei tecnici della società che costruì la diga,il disinteresse dei Prefetti,gli ordini “dallʼalto” da Roma per ultimare ad ogni costo la costruzione ed infine la bomba atomica.
Si perchè i 120 milioni di metri cubi che si riversarono nellʼinvaso del Vajont provocarono unʼonda dʼurto che si abbattè sul sottostante paese di Longarone con un effetto paragonato a quello della bomba atomica di Hiroshima.
Guardare le foto presenti in internet e scattate nei giorni successivi alla tragedia per credere.
Bilancio:2000 morti di cui 175 bambini,ritrovati solo 800 corpi.
Colpevoli:nessuno,o quasi,lʼing capo costruttore e responsabile dei lavori fece un paio di mesi di carcere,nessun altro fini in carcere.
Solo uno degli ingegneri ebbe il coraggio di suicidarsi,garvato dal peso di tanta responsabilità.
Responsabilità a tutti i livelli: il geologo che certificò come sicuro il monte Toc,i dirigenti della società costruttrice che quando si verificarono le prime frane non vollero sospendere i lavori perchè lʼopera andava terminata e venduta allʼEnel,responsabili i politici di allora che non vollero vedere il pericolo.
Con il cuore gonfio di emozione lasciamo la diga e ci dirigiamo verso lʼabitato di Erto con lʼintento di vedere il laboratorio del guru di queste zone:il famoso poeta,mestro del legno ed alpinista Mauro Corona.
Mauro in questi giorni non si trova ad Erto ma il suo laboratorio è comunque meta di pellegrinaggi:la gente che passa da questo luogo lascia un biglietto,una scritta sulla sua porta,una testimonianza di affetto per un personaggio eclettico che tanto ha dato a questi luoghi.
Scattate le foto di rito scorgiamo a pochi metri dal suo laboratorio un bar io ed io e Rosi decidiamo di berci un caffè.
Entriamo ed un tizio con barba e capelli lunghi al banco ci serve.
 
“Liscio?” chiede.
Come se fosse normale che uno che ordina un caffè deve specificare se lo vuole con grappa.
E da qui parte dalle sue labbra una tripletta che rimarrà nella mia memoria indelebile negli anni a venire
“Signora (si rivolge a Rosi),io guido sempre da ubriaco” Rosi:
“caspita,con i tempi che corrono chissà che rischi per la sua patente” il barista:
“nessun problema,non ho la patente” Rosi:
“ma allora lei rischia il carcere” il barista:
“si ma meglio così, almeno smetto di lavorare e non faccio più niente”.

Dopo questa tripletta aggiunge ancora un paio di perle:
“ragazzi scherzavo,dovete sapere che io sono astemio e bevo solo acqua” Gli guardiamo le mani: tutte balle,hanno il tipico gonfiore dellʼalcolista.
e poi continua.
“andate a visitare il Museo qui di fronte,contiene opere e scritti di Mauro Corona ma il museo più bello è il mio,lʼenoteca in centro al paese.

Il museo di Mauro lo andiamo a visitare sul serio,merita veramente.

Lasciamo Erto ed i suoi eclettici personaggi:Mauro Corona introvabile,il barista suo amico, e la sensazione di essere capitati in un mondo a parte,un mondo comunque vero ed affascinante.

Dopo aver riagganciato la Tabbert lasciata in buone mani nel parcheggio del benzinaio altro personaggio degno di nota, che ci dice:
“qua è tutto mio,siete i benvenuti parcheggiate dove volete”
ed avergli sconsigliato lʼacquisto di una “Tabert Contes” a 1800 euro vista su Subito.it ripartiamo in direzione del Passo Mauria,spartiacque tra Veneto e Carnia.
Dopo una meravigliosa,emozionante,bellissima e stretta strada di montagna giungiamo al Passo Mauria 1295 metri s.l.m.
Lʼunico bar ed unica abitazione sta chiudendo,chiediamo se possiamo sostare nel piazzale erboso antistante,un anziano barista con due enormi baffi ci dice che non ci sono problemi,in pochi minuti siamo posizionati,livellati e sganciati:non ci par vero di poter trascorrere una sosta libera in quota in un luogo con nessuno vicino,nel silenzio più assoluto e come sfondo il Monte Giaf,meta dolomitica di tanti escursionisti.
Cena felice con risotto,formaggio e bresaola,tutto dalla nostra cambusa.
Felici andiamo a letto,il buio è così totale che non abbasseremo nemmeno gli oscuranti,speriamo che qualche folletto carnico (“Sbilf” in dialetto) non venga tirarci qualche scherzo mancino.
Buona notte fratelli di caravan.


10    agosto.

Forse qualche scherzetto uno Sbilf antipatico me lo ha tirato:rubinetto di cucina funziona ad intermittenza,sicuramente si tratta del solito microinterruttore che si ossida.
 
Ho con me sia il disossidante che un rubinetto di ricambio ma poichè al mattino si è rimesso a funzionare decido di aspettare a smontarlo e sostituirlo,lo farò solo quando sarà rotto del tutto.
Alle 9 del mattino siamo di fronte al cancello del nuovo campeggio: camping Tornerai,Forni di Sopra (UD) 1000 mt s.l.m.
In pochi minuti il gestore (simpaticissimo) ci fa accomodare in piazzola: piazzola sconnessa,non vuole saperne di farci livellare con il mover,prende un badile,scava una buca e ci fa entrare con la ruota sinistra.
Metodo efficace,si usava mille anni fa ma noi siamo contenti così,per una volta ci piace dimenticarci della tecnologia e seguire “Il sistema degli antichi”.
Gli dico:”ma per uscire da questa buca non so se con il mover ce la faccio.
Il gestore: “io tutte le roulotte le faccio sistemare così,poi per tirarle fuori spingiamo tutti insieme e vengono fuori.”
Impossibile obiettare ad un tizio così,ci affidiamo a lui.
Il campeggio a differenza di quello di Barcis è molto più aperto:un grande pratone in parte ombreggiato,su consiglio del gestore ci posizioniamo fuori dagli alberi,mai scelta si è rivelata migliore:la temperatura a questa quota non supera i 18 gradi,il sole è alternato a nubi e leggeri piovaschi,fondamentale quindi è posizionarsi fuori dagli alberi.
Piazziamo, oltre al tendalino,anche una paretina laterale.
Una scelta saggia:ci consentirà di cenare allʼaperto nonostante lʼumidità e la bassa temperatura, ormai siamo abituati a stare fuori dalla caravan,ci sembra che manchi il fiato a cenare dentro.
Unica nota storta:il campeggio ha le docce calde a pagamento al prezzo di un euro; meno male che con un gettone ci facciamo la doccia in due.
Il paese di Forni di Sopra è molto bello:tipico paese di montagna,case in pietra,nessun ecomostro,tanto legno,tutto a regola insomma.
Domattina,su consiglio dellʼeclettico gestore prima escursione verso il Monte Giaf,si continua alla grande,alla grande!

11    agosto
“Silenzi,Sbilfs e tecnologia.”

Silenzi.
Silenzio alla notte:quando andiamo a dormire la valle anche va a dormire,passate le ultime auto che ritornano a casa la valle intera dorme,sulla valle cala una tale cappa di silenzio da lasciare stupito un cittadino come me che abita a 200 metri da un pronto soccorso ed è abituato a sentire sirene di ambulanze tutto il giorno.
Il silenzio della notte in una valle friulana è totale,è vuoto pneumatico.
Talvolta mi capita di svegliarmi la notte e mi stupisco del totale,assoluto magico silenzio. Silenzio delle montagne:oggi eravamo sul sentiero che porta al monte Giaf e lʼunico rumore che si sentiva era quello del vento e dei nostri passi,la sensazione di essere soli e circondati solo da rumori della natura era meravigliosa.

Sbilfs.
Gli Sbilfs sono folletti carnici.
Non è facile incontrarli,sono piuttosto riservati e rifuggono dai rumori. Capirete bene quindi come per un uomo sia difficile avvistarne uno.
Eppure ci sono,abitano le immense foreste della Carnia,sono incorporei e si spostano velocemente e nervosamente,alcuni sono amici dellʼuomo e lo aiutano nelle sue faccende quotidiane,altri invece sono incostanti e dispettosi e si divertono a giocare tiri mancini al malcapitato,uomo o animale, che passi vicino a  loro.
 
Fondamentalmente non sono però cattivi,diciamo che agiscono con lʼirresponsabilità innocente tipica dei bambini.
Sono eternamente fanciulli e suonatori meravigliosi,amano i giochi,la danza e la musica. Io ne ho incontrato sicuramente uno al Passo Mauria lʼaltra notte:si è divertito guastarmi il rubinetto della cucina della caravan,quando il mattino dopo mi sono rimesso in marcia il rubinetto ha ripreso a funzionare.
Qualcuno potrà obiettare e spiegarmi che la scienza nega lʼesistenza dei folletti,ma questo è solo lʼaspetto razionale della nostra esistenza,dobbiamo imparare a fare i conti con lʼaltra faccia della medaglia:lʼaspetto intuitivo ed irrazionale della vita.
Solo questo ci consentirà di incontrare uno Sbilf,magari aprendo la porta della caravan al mattino presto dopo una sosta libera in un bosco.

Tecnologia.
Dinanzi alla maestosità delle Dolomiti lʼIphone altro non è che un misero groviglio di fili elettrici.


12    e 13 agosto
Queste due giornate sono state dedicate ad escursioni in bicicletta e trekking.
La bicicletta la stiamo usando poco in questa tappa di vacanza:qui siamo in “montagna vera” ed i dislivelli di conseguenza sono notevoli,decisamente al di fuori delle nostre possibilità, a dire il vero di ciclisti ne incontriamo parecchi ma sono tutti molto allenati. Rimaniamo colpiti quando li incontriamo sui sentieri da trekking:ci vogliono gambe notevoli per salire su pendenze dove si fatica a piedi e grande coraggio nel fare queste discese,sconnesse,ripidissime e cosparse di radici e pietre.
Il massimo di noi stessi invece lo diamo nelle escursioni:il 13 agosto ci siamo cimentati in un giro ad anello che partendo dalle val di Giaf a quota 1000 ci ha visti raggiungere il Passo Lavinal (1972 mt) e la Forcella Urtisiel (2000 mt) per un dislivello totale di 1200 metri e 6 ore di cammino.
Tanta fatica,ma i panorami ed i silenzi ci hanno ripagato di tutto.
Siamo rientrati in campeggio stanchissimi ma una buona doccia ed una abbondante cena ci hanno rinvigorito.
Alimentazione: il bello di questa vacanza è che avendola impostata in maniera molto sportiva possiamo nutrirci a volontà con le bontà locali senza temere accumuli di calorie. Sia il pranzo di mezzogiorno (spesso consumato nelle malghe o rifugi) che le cene serali sono sani,abbondanti e consumati senza sensi di colpa.

14    agosto
Oggi abbiamo deciso di riposare,la camminata di ieri ci ha davvero spossato e nelle gambe abbiamo ancora parecchio acido lattico da smaltire.
Ne abbiamo approfittato per fare un giro in auto e visitare la “Sagra del formaggio salato e di malga” che si sta svolgendo a Lateis nei pressi di Sauris.
Dʼobbligo gli acquisti di formaggi di malga,buonissimi ed economici e pranzo sotto al tendone della sagra con frico (il formaggio fritto carnico) e prosciutto di Sauris; il tutto mentre un gruppo folcloristico locale composto da contrabbasso,due fisarmoniche,chitarra e tamburello eseguiva dei brani folk regionali.
Siamo poi ripartiti alla volta di Sauris,bellissimo paesino di montagna con case in legno e pietra; Sauris sembra uscito da un racconto di Heidi:fiori coloratissimi ed a profusione in ogni balcone,legnaie sistemate in maniera meticolosissima,orti puliti ed ordinati,pulizia ovunque.
Insomma Sauris è un angolo incontaminato di paradiso.
 
Ma questo paese non è famoso solo per la sua bellezza ma anche e sopratutto per il suo prosciutto:turisti da ogni dove vengono ad acquistarlo direttamente al prosciuttificio “Wolf” che ne ha fatto un business notevole.
La peculiarità del prosciutto di Sauris risiede nel fatto che è un crudo affumicato,davvero buono e particolare,un sapore decisamente diverso rispetto al prosciutto di Parma.
Nei pressi del salumificio Wolf ha aperto persino una area di sosta per camper,ci colpisce un pò vedere decine di mezzi accatastati uno sullʼaltro senza possibilità di aprire tendalini e senza poter posizionare allʼesterno tavoli e sedie.
Senza rimpianto per questa area di sosta ripartiamo al volante della nostra auto,senza stress per la strada stretta e consapevoli che la nostra roulottina ci attende in campeggio con tendalino aperto,cucina esterna,tavolo sedie e tutte le comodità.
Ritornati in campeggio ecco che scatta la nostra “Riunione Vacanze” ossia il nostro briefing quotidiano sul da farsi allʼindomani:la tappa successiva a Forni di Sopra avrebbe dovuto essere Ovaro.
Una telefonata al Camping Spin di Ovaro per chiedere informazioni sulla disponibilità di piazzole ci fa sobbalzare:il titolare ci avvisa che posto ce nʼè ma che ha 8 famiglie di zingari piazzate da alcuni giorni e pare abbia alcune difficoltà per farli andare via.
La notizia è sufficiente per farci modificare i piani di viaggio:cancelliamo la tappa di Ovaro e decidiamo di trascorrere il ferragosto presso il nostro bello e tranquillo campeggio di Forni.
Domani ci spetta una nuova scarpinata proposta dal titolare il sig Piero:grande scialpinista,ciclista e conoscitore di queste montagne.
Domani sera ci sarà la spaghettata di ferragosto organizzata dal campeggio:abbiamo aderito con entusiasmo.

15    agosto
Oggi contrariamente al nostro ruolino di marcia abbiamo deciso di riposare in campeggio,è ferragosto ed una giornata di totale relax ci voleva proprio,complice un bel sole caldo ci siamo trastullati sulle sdraio a leggere e sonecchiare,insomma una meraviglia.
La sera abbiamo partecipato alla cena offerta dal campeggio, è stato piacevole sedere al tavolo con altri campeggiatori e fare reciproca conoscenza.
Questa cosa della cena offerta al giorno di ferragosto è senza precedenti:non mi è mai capitato in 30 anni di campeggio e ci tengo a sottolineare che anche questo è un punto a favore del Camping Tornerai, gestito con amore da Piero,il figlio di colui che nel lontano 1957 lo fondò.
Piero poi è una persona che vorrei che tutti voi conosceste:sempre disponibile per qualsiasi necessità,guida alpina,ciclista,sciatore e profondo amante delle Alpi che conosce bene dalla val dʼAosta fino alle sue amate Dolomiti Friulane.
Un uomo semplice il nostro Piero,che svela le sue doti a poco a poco quasi scusandosi,non vi butta mai in faccia le sue capacità sportive e la sua profonda conoscenza dei luoghi,le verrete a conoscere voi poco per volta.

16    agosto
Al Camping Tornerai si sta gran bene ma dopo 5 giorni di stanzialismo inizia a farsi sentire la voglia di avventura;con la pena nel cuore,con questa profonda lacerazione tra “stanziare nel porto sicuro” e “partire allʼavventura” disfiamo tendalino e cucina e dopo aver saluto commossi Piero dirigiamo il timone del treno caravanistico verso Fusine Laghi. Tutto il tragitto di circa 80 chilometri si svolgerà sotto una pioggia battente e continua.
Attraversiamo il paese di Tarvisio,ci troviamo a 15 chilometri dalla Slovenia e dallʼAustria e si respira molto aria di confine:scritte in italiano,sloveno e tedesco ci fanno capire che la Carnia ha ceduto il passo ad altre culture,altre genti.
 
Ma ecco che pochi chilometri dopo Tarvisio arriviamo ai sospirati Laghi di Fusine:due minuscoli specchi dʼacqua verde cristallina nelle cui acque sembrano tuffarsi boschi e montagne circostanti.
Di fronte al laghetto superiore sostano una quindicina di camper,noi troviamo posto frontelago,sganciamo e posizioniamo la dinette in modo da avere la vista direttamente sullo specchio dʼacqua,una sensazione meravigliosa quella della sosta libera,dopo tanti giorni “protetti” dentro un campeggio è bello iniziare ad usare la caravan con tutti i suoi servizi e rincominciare a sentire che da lei dipendiamo in tutto e per tutto.
Dopo una frugale cena andiamo a fare la nanna,il buio è tale che non serve abbassare gli oscuranti,questo fatto mi fa pensare a quale livello di inquinamento luminoso siamo esposti anche nei campeggi.
Mi ricordo che da ragazzo nei viali dei campeggi ci si spostava la sera con la pila accesa perchè non si vedeva nulla,adesso si è costretti ad abbassare gli oscuranti perchè in ogni piazzola cʼè un lampione sempre acceso.
Fusine ed i suoi laghi solitari da questo punto di vista mi riconcigliano con il passato,passato in cui la luce diurna ed il buio notturno avevano una giusta collocazione. Il silenzio assoluto dei laghi di Fusine ed il loro buio totale avvolgeranno questa notte il mio sonno,chissà che qualche Sbilf non venga a curiosare il timone della caravan.

17    agosto
Dopo una notte silente,circondati da sogni e montagne che si specchiano nei laghi di Fusine come un magico specchio, ci svegliamo nella nostra seconda sosta libera della vacanza.
il grande spiazzo che ci ha ospitati si sta riempiendo di auto i cui occupanti,quasi tutti escursionisti,si riversano nei sentieri trekking circostanti.
I sentieri ed i rifugi in questa zona di confine non mancano ma noi che non siamo abituati a lasciare il treno caravanistico incustodito decidiamo di ringraziare il luogo per lʼospitalità che ci ha concesso e dopo aver agganciato ripartiamo.
In pochi chilometri raggiungiamo il confine sloveno,è una magnifica giornata di sole. La Slovenia si conferma per quello che è,ed è proprio come la ricordavamo:pulita ordinata,verdissima,profusione di fiori ad ogni finestra,tanta campagna.
Turisti ne incrociamo tanti:tante targhe tedesche,olandesi austriache ed italiane;non cʼè auto che non abbia un portabici stracolmo di bikes.
In poco tempo giungiamo al campeggio prescelto:il Camping Sobec a Lesce nelle immediate vicinanze di Bled.
Il caso ci fa incontrare alla reception con altri due equipaggi nostri amici,camperisti,gente a posto.
Il campeggio è leggermente più costoso di quelli friulani,in due persone spendiamo 29 euro al giorno ma si tratta di un campeggio 4 stelle,lo standard decisamente superiore a quello delle strutture fino ad ora incontrate: reception multilingue,bagni nuovi belli e pulitissimi,WIFI gratuito con copertura in tutto il campeggio,docce calde illimitate,concerto serale,animazione,ristorante.
Standard elevati fanno da contrappunto una certa spersonalizzazione:tu entri e diventi un cliente,impossibile qualsiasi rapporto personale con i dipendenti,Piero ed il suo Camping Tornerai sono terribilmente lontani,ma va bene così,tutto cambia.
La Slovenia,o almeno questa parte,è la patria dei ciclisti:centinaia,migliaia di biciclette percorrono piste ciclabili per ogni direzione.
Noi dopo esserci piazzati inforchiamo le biciclette e puntiamo verso la meta più ovvia:il lago di Bled.
Il lago si rivela un carosello in preda al delirio turistico e ci riporta brutalmente a contatto con una realtà che avevamo dimenticato:traffico,smog,clacson,macchinoni di turisti russi.
 
A fatica reagiamo e con un pizzico di fortuna troviamo la ciclabile che percorre ad anello il lungolago e finalmente riusciamo a trovare un equlibrio ed una certa tranquillità.
Il lago visto dalla ciclabile è carino ed offre scorsi incantevoli ma trovo incomprensibile trascorrere in questa località un solo giorno in più di vacanza,tutto è ultraturistico compreso un patetico trenino a gasolio che su gomme percorre il giro del lago incolonnato come gli altri nel caotico traffico.
Insomma il lago di Bled non mi sento di consigliarlo a nessun concittadino:inutile percorrere 500 chilometri per imbattersi nella brutta copia in piccolo del Lago di Garda. Fortunatamente la zona offre ben altre attrattive:piste ciclabili tra i boschi e queste saranno le nostre prossime mete.
Vi terremo informati,stay tuned.

18    agosto
La giornata odierna è stata dedicata alla visita delle gole di Vintgar,altra bellezza della zona.
Si tratta di una forra scavata dalle acque impetuose del torrente Radovna,acque cristalline e piene di trote che scorrono formando gole,salti,cascatelle,il tutto inserito in un contesto di alberi,foreste e monti.
Vintgar termina nella cascata Sum,che con i suoi 26 metri di altezza è la più alta della Slovenia.
La nota stonata di questa visita è che il luogo è frequentato da tanti,tantissimi turisti:tutti in fila ordinatamente lungo le passerelle che costituiscono il camminamento lungo il quale si dipana il percorso.
Un luogo tanto ameno perde,a mio avviso,parte della sua bellezza,se viene sfruttato turisticamente in maniera tanto massiccia,non è questa la mia modalità di godere della natura, prediligo i luoghi selvaggi ma bisogna sapersi adattare alle situazioni,e Vintgar si offre a noi solo in questa modalità.
Rientrati in campeggio la gradita sorpresa:ci incontriamo con i fratelli Tequila e Cristina che già da giorni sono in vacanza nel Camping Sobec; ciò che doveva essere un semplice aperitivo si trasforma in una piacevole,chiassosa,conviviale cena bagnata da abbondante vino.
Faremo molto tardi,ben oltre la mezzanotte,finalmente dopo tanti giorni di vacanza con orari “monastici” ecco una serata con una botta di vita,grazie fratello Tequila!

19    agosto
Oggi abbiamo visitato,approfittando delle innumerevoli e piacevoli piste ciclabili, il paese di Radovlijka.
Molto carino,la via principale con case antiche perfettamente restaurate,siamo entrati nellʼatelier si un simpaticissimo artista che lavora la terracotta nellʼambito di un progetto di lavoro con persone diversamente abili.
Non abbiamo potuto esimerci dallʼacquistare qualche ricordino,siamo poi rientrati al campeggio per stradine sterrate in mezzo a boschi e campi coltivati.

20    agosto
La giornata di oggi è stata dedicata ad un paio di escursioni magnifiche.
Al mattino siamo andati sullʼaltopiano di Pokljuka nel Parco del Triglav,una volta giunti a destinazione abbiamo parcheggiato lʼauto,staccato le biciclette e ci siamo inoltrati nei sentieri che in inverno vengono adibiti a piste da sci da fondo.
Abbiamo pedalato per 10 chilometri immersi in una immensa foresta di pini,definire bella questa esperienza è riduttivo.
Durante il percorso ci siamo imbattuti in una malga,immancabile lʼacquisto di formaggio e latte fresco.
 
Dopo un piacevole pic nic in area attrezzata siamo ripartiti con lʼintenzione di rientrare in campeggio ma ecco che al primo bivio abbiamo visto il cartello stradale che indicava “Lago di Bohini”.
A me ed a Rosi è bastato uno sguardo di intesa ed abbiamo deciso di non farci sfuggire lʼoccasione di visitarlo.
Dopo aver guidato per una mezzʼoretta in una strada secondaria molto stretta che attraversava borghi e stalle siamo arrivati a destino ed dopo aver parcheggiato abbiamo inforcato le bici e siamo partiti a cannone verso le sponde del lago.
Il lago di Bohini ci ha fatto una impressione molto migliore di quello di Bled:molto meno turistico,meno caotico,le acque di un meraviglioso colore verde smeraldo.
Ovviamente un bagno non si poteva non farlo,dopo esserci rinfrescati tra le sue fresche acque siamo rientrati al campeggio di Bled,stanchi ma felici della doppietta di oggi.

21    agosto
Questa mattina i nostri amici hanno preso i loro camper e ci hanno lasciati,si sono spostati per visitare altre zone della Slovenia,ci siamo dati appuntamento a Lubiana per dopodomani.
A questo proposito vorrei fare una riflessione sulle vacanze con altri equipaggi. Lʼincontro con questi amici ha confermato la mia difficoltà ad interagire a livello di gruppo durante una vacanza in comune,anche se  per un periodo di pochi giorni.
Questa mia caratteristica la conoscevo bene ed è proprio a causa sua che avevo sempre scelto di fare le vacanze in solitaria,mi sta troppo a cuore la totale libertà di scelta senza lʼobbligo di mediare con nessunʼaltro che non sia Rosi.
Nonostante la grande amicizia che mi lega da anni a Gianni ed a Fabio devo dire che sono felice di ritrovarmi in questo momento solo in piazzola.
Come spiegavo li incontrerò nuovamente tra due giorni,staremo insieme ancora un giorno e mezzo,il tempo necessario necessario per visitare Lubiana e poi ci separeremo ancora. Eʼ questa lʼunica modalità che mi consente di condividere parte della vacanza con altri equipaggi:trovarsi per poi lasciarsi; la condivisione del tempo in maniera totale 24 ore al giorno mi dà la sensazione di mancanza di ossigeno,un vero e proprio senso di soffocamento.
Lʼalternativa per me sarebbe il far parte di un gruppo totalmente aperto nel quale ognuno può fare ciò che vuole senza rendere conto del suo operato o della sua volontà agli altri membri ma nella mia esperienza ho riscontrato che purtroppo è difficile che allʼinterno di un gruppo si sviluppi un sentimento di totale libertà sul da farsi,sul lasciarsi e sul reincontrarsi,di solito tra i partecipanti si sviluppa una dinamica del tipo “bisogna muoversi tutti insieme costi quel che costi” ed ogni comportamento difforme viene talvolta interpretato come egoista suscitando malcontenti; ebbene è proprio questa dinamica che io non sopporto.
Non so se io sia nel giusto ma sono fatto così,e necessariamente devo prenderne atto,sopratutto quando ricevo proposte di condivisione di viaggi.
Partiti gli amici io e Rosi abbiamo inforcato le biciclette e nonostante il caldo ci siamo messi in viaggio per raggiungere il paesino di Kropa ad una quindicina di chilometri dal nostro campeggio.
La fatica è stata molta in quanto il caldo non ha dato tregua ma ne è valsa la pena,Kropa,antico borgo di artigiani-fabbri è meraviglioso:pieno di canali che servivano a fornire lʼenergia per azionare i magli e gli altri strumenti, è stato interamente recuperato ed i suoi edifici restaurati sono una vera chicca.
Rientrati in campeggio abbiamo cenato con Tequila e Cristina,è stata una serata molto piacevole.
 
22    agosto
La riappacificazione con Bled.
La giornata di oggi è servita ad innamorarmi del lago di Bled.
Se ricordate,al mio arrivo il giorno 17 agosto, avevo scritto che non ero rimasto soddisfatto dal lago,descrivendolo come luogo troppo caotico e turistico; è proprio vero che le cose vanno viste ed approfondite prime di emettere un verdetto.
Oggi siamo tornati al lago per fare il bagno e rilassarci tra le sue sponde e devo dire che ci siamo riusciti in pieno,abbiamo trovato un angolino delizioso tra gli alberi con vista direttamente sullʼisola dove gli innamorati dopo aver noleggiato una barca a remi approdano per suonare la famosa campana.
Eʼ stato un pomeriggio molto bello e rilassante,lʼideale per sfuggire alla canicola di 36 gradi che ha colpito anche queste zone.
Fare il bagno nel lago di Bled è stato molto bello,la navigazione a motore è vietata per cui si gode di un grande silenzio immersi nelle acque dal colore turchese e smeraldo.
Sempre nella giornata di oggi abbiamo approfittato per visitare il castello dalla sommità del quale si gode un magnifico panorama sul lago.
A sera siamo stati invitati per una cena di commiato da Tequila e Cristina,domani anche loro come noi partiranno.
Carlo rientrerà a Forlì mentre a noi rimangono ancora alcuni giorni,ne approfitteremo per visitare la capitale della Slovenia:Lubiana.
Spero di avere la connessione internet dal Camping Resort di Lubiana,il campeggio che ci ospiterà domani,ci leggiamo presto.

23    agosto
Questa mattina ci ha svegliati un bel temporale,meno male che previdenti avevamo preparato la nostra partenza da ieri:tendalino,tavolo,sedie ritirati per tempo.
Abbiamo atteso crogiolandoci nel letto la fine della pioggia e poi,una volta agganciato il treno caravanistico siamo partiti alla volta di Lubiana.
I 59 chilometri che ci separavano dal Camping Resort sono stati coperti in un batter dʼocchio ed il navigatore ci ha condotti senza problemi direttamente allʼingresso del campeggio.
Il Camping resort di Lubiana è,nonostante il nome altisonante ed un sito web ridondante,il tipico campeggio di città:piazzole piccine,pulizia dei bagni non eccelsa,insomma un classico campeggio di passaggio con notevole turn-over.
I suoi punti a favore sono:personale molto educato e disponibile ed estrema comodità di collegamento con il centro città, basta infatti inforcare le biciclette e percorrere in maniera rettilinea una unica lunga pista ciclabile che in 5 chilometri ci conduce in pieno centro.
La prima impressione che ci regala Lubiana è che si tratta di una città ad uso e consumo delle biciclette:migliaia di biciclette,rispettate da automobilisti e pedoni,percorrono senza sosta le capillari piste ciclabili che la attraversano come arterie per ogni dove.
Il centro poi è una unica grande isola pedonale,piacevolissimo da percorrere a piedi.
In città ci siamo incontrati con i nostri amici Gianni,Fabio e relative famiglie ed abbiamo fatto una escursione in battello lungo la Slovenca,il fiume che attraversa la città.
Il fiume è,a detta della guida,molto pulito e balneabile anche se purtroppo è vietato fare il bagno per non meglio specificati motivi di sicurezza e per non inquinarne le acque.
Di seguito abbiamo visitato il castello che offre una bellissima vista sulla città e parte della Slovenia.
Rientrati in campeggio abbiamo organizzato una bella grigliata per salutare il Gianni che partirà domani,noi ci fermeremo ancora un giorno,questa città ha ancora molto da offrirci.
 
24    agosto
Questa mattina di buonʼora abbiamo coperto in bicicletta i 5 chilometri che ci separavano da Lubiana ed abbiamo gironzolato per le vie della parte vecchia con il naso allʼinsù curiosando tra negozietti,case dʼepoca ed un bellissimo mercato della frutta.
Con Rosi abbiamo comperato alcuni piccoli bouquet di fiori secchi coloratissimi,li regaleremo al nostro ritorno come ricordo di questa bella città.
Attorno al mezzogiorno il caldo si fa opprimente,decidiamo di rientrare in campeggio per trascorrere le ore della canicola allʼombra della maestosa quercia che protegge la nostra piazzola,dopo un pasto a base di sola frutta decidiamo la prossima meta:domani mattina presto agganceremo nuovamente con destinazione il Lago di Cavazzo vicino a Gemona,provincia di Udine,lì trascorreremo gli ultimi giorni della nostra vacanza.
Questa sera se il caldo non ci avrà stremato ci dedicheremo ad unʼultima visita a Lubiana,con gli occhi della notte forse sarà ancora più bella.

24    agosto,la serata.
La Lubiana della notte ha mostrato il suo volto migliore:le strade della città vecchia,non più martoriate dal sole, si lasciavano percorrere piacevolmente alla scoperta di situazioni,aperitivi,eventi.
E così è stato,ovunque giovani nei bar,suonatori ambulanti,trampolieri,statue viventi,break- dancer,turisti; insomma lʼimmagine di una capitale cosmopolita,colta,moderna ed a misura dʼuomo.
Abbiamo cenato in un ristorantino appena fuori dalla zona maggiormente turistica,ci ha colpito perchè era piccolo e con i pochi tavoli direttamente sulla strada dove grazie al centro storico chiuso al traffico non transitavano veicoli  a motore.
Due suonatori di chitarra si esibivano in pezzi folk locali.
“Due campioni di chitarra fin dai tempi della Jugoslavia” esordisce il gestore del ristorante; a lui domandiamo se cucina il pesce,”solo trota” risponde,”nel mio ristorante preparo solo piatti tipici sloveni,non cucino pesce in stile mediterraneo.”
Ci viene immediato il paragone con gli altri ristoranti della zona maggiormente turistica che ostentavano nel menù le orate ed i branzini,ci ricordiamo anche che la Slovenia ha un ridottissimo sbocco al mare e che invece le acque dei suoi laghi e dei suoi fiumi abbondano di trote.
Ci sediamo di buon grado,abbiamo trovato il nostro ristorante.
Dopo cena gironzoliamo ancora un pò per la città,osservando i giovani che riuniti in compagnie si godono le gioie del venerdi notte.
Rientreremo presto in campeggio,lʼindomani ci aspetterà lʼennesimo,ultimo haimè,spostamento di questa vacanza:raggiungeremo una meta che ci è sfuggita nella prima parte della vacanza e che non vogliamo perderci prima di rientrare:Gemona ed il suo Lago di Cavazzo,altresì conosciuto come il “Lago dei tre Comuni”.

25    agosto
Eʼ un sabato mattina e ci mettiamo presto in movimento in direzione dellʼItalia.
La prima parte del viaggio sarà un calvario:sulla tangenziale di Lubiana rimaniamo imbottigliati a causa di un incidente stradale che ci farà perdere unʼora buona,finalmente lasciamo lʼautostrada e ci dirigiamo verso Nova Gorica,mai decisione sarà più saggia,scopriremo in seguito che le code a Trieste erano chilometriche causa rientro dalle vacanze di coloro che si trovavano in Croazia.
Arriviamo Al Camping Val del Lago attorno alle ore 13 con un caldo torrido:33 gradi allʼombra.
Il campeggio ci piace parecchio:molto piccolo ed ombreggiato,semivuoto causa la fine stagione,i proprietari una coppia molto attenta ai dettagli ed alla pulizia.
 
Ci sistemiamo in piazzola allʼombra mentre la proprietaria del campeggio ci prepara una mega insalata mista  ed una birra ristoratrice.
Il campeggio si affaccia direttamente sul “Lago dei tre Comuni” e trascorriamo il pomeriggio sulle sue rive,al sole a goderci i colori verde smeraldo delle sue acque. La navigazione a motore è vietata,il silenzio è rotto solo dai giochi dei bambini,non ci possiamo negare il piacere di un bagno veloce,le sue acque sono molto fredde e non consentono bagni prolungati.
Alla sera,dopo una buona doccia,ci dirigiamo in macchina a Gemona; approfittando del fresco serale la visita al centro storico di questo grazioso paese si rivela molto bella,interamente ricostruita dopo il terremoto del 1976 Gemona riserva al villeggiante degli scorci molto belli,il duomo è meraviglioso, e proprio di fronte ad esso ceneremo in un ristorante tipico a base di frico (formaggio fritto) e chiarsòns (tortellini con pasta di patate,cannella ed erbe).

26    agosto
“La Val Resia,gli arrotini,e la ricostruzione di Venzone.”
Come da previsioni meteo ci svegliamo con cielo coperto e pioggia,lo sapevamo ed avevamo già pianificato la giornata:prenderemo la macchina ed esploreremo alcuni luoghi interessanti dei dintorni:Venzone e la Val Resia.
Il paese di Venzone è un miracolo della forza dʼanimo dei friulani:paese medievale in pietra,venne interamente distrutto dal terremoto del 1976 ma è stato perfettamente ricostruito utilizzando le pietre originali.
In particolare ci ha colpito il restauro del Duomo:dopo il crollo è stato fotografato minuziosamente,e solo dopo le migliaia di pietre che lo costituivano sono state rimosse,catalogate,numerate e rimessate in un luogo idoneo.
Le foto scattate dopo il terremoto sono state confrontate con foto e disegni precedenti al cataclisma e si è proceduto alla ricostruzione pietra su pietra del Duomo.
Il risultato è sconcertante:il duomo,gli edifici del centro storico,le case di Venzone non sembrano essere mai stati colpiti dal terribile cataclisma.
Mi ritorna in mente,allʼepoca avevo 12 anni, la frase che gli abitanti della Carnia non si stancavano di ripetere ai telegiornali e nelle interviste sui giornali “da qui non ci muoviamo” ripetevano come un mantra.
Impossibile non fare un confronto con i paesi della valle del Belice colpiti da terremoto,visitammo in caravan la valle del Belice alcuni anni or sono,un affabile e simpatico siciliano ci spiegò che il suo antico paese era stato saggiamente costruito in alto rispetto alla piana del Belice,in alto perchè lì lʼaria era sana,priva di zanzare,in zona ben ventilata.
Questo paese era interamente crollato,i contributi dello stato arrivarono e si decise di ricostruire non più nella posizione originaria ma,stando alle parole del signore siciliano, “...più in basso,nei terreni di una signora che aveva fatto pressioni presso gli abitanti e le autorità locali per ricostruire nei suoi terreni” terreni rivelatisi insalubri,lʼaria stagnante,piena di zanzare e calda in maniera opprimente.
Lo sperimentammo sulla nostra pelle:questo paese era caldo,umido,asfissiante,senza nessuno che passeggiasse per le strade,gli assurdi edifici nuovi in cemento armato in anonimo stile moderno mentre poco distante,in collina,i resti in pietra del “vecchio paese” abbandonato.
Forse qualche fantasma degli antichi saggi abitanti lo abitava ancora e non cessava di stupirsi della stupidità umana.
Lasciati questi pensieri, nel pomeriggio abbiamo salutato Venzone e ci siamo diretti verso la Val Resia.
La Val Resia è una selvaggia valle di lingua slavofona dove non si parla il friulano ma un dialetto simile allo sloveno.
 
Abbiamo visitato a Stolvizza il museo dellʼarrotino ed siamo rimasti stupiti nellʼapprendere che i resiani era arrotini ambulanti che durante tutto il 1700,1800 e prima metà del 1900 con lʼausilio di biciclette si spostavano in tutta lʼEuropa dellʼest offrendosi come arrotini ed ombrellai.
In questo museo ci sono foto e testimonianze impressionanti sulla vita di questo popolo:come allevatori di bestiame lavoravano i campi ma in certi periodi dellʼanno gli uomini abbandonavano le famiglie e caricandosi sulle spalle la macchina per arrotare i coltelli si spostavano a piedi in tutta lʼItalia e nei paesi dellʼImpero Austro-Ungarico.
Il salto di qualità avvenne nel 1900 con lʼavvento della bicicletta che permise loro di percorrere distanze enormi,alcuni divennero emigrati definitivi e non fecero più ritorno in Val Resia,aprendo attività di affilatura coltelli in vari paesi dellʼEuropa e perfino negli Stati Uniti.
Siamo usciti dal Museo colpiti e commossi,abbiamo poi fatto una passeggiata tra le stradine deserte di Stolvizza ed ad ogni curva allungavamo un pò il collo,quasi volessimo scorgere il ritorno dellʼultimo arrotino che con la sua bicicletta rientrava dai lontani paesi dellʼEst.

27    agosto
La giornata di oggi,lʼultima in caravan,è stata dedicata al relax.
Con i nostri “rampichini” abbiamo fatto il giro del Lago dei 3 Comuni godendoci la bellezza delle sue sponde e la scarsità di persone.
A questo proposito ci siamo più volte domandati come sia possibile che il più grande lago del Friuli Venezia Giulia abbia un turismo tanto ridotto:nel comune di Trasaghis,dove ci troviamo noi ora,ci sono 2 campeggi che in totale contano 12 piazzole occupate (non è una battuta,le ho contate personalmente) ed un albergo,chiuso per cessata attività.
I costi di una piazzola in questi campeggi ammonta ad euro 20 al giorno per 2 persone,caravan,auto,elettricità ed acqua calda illimitata.
Non riusciamo a darci risposta a questo quesito,lasciamo che le folle si dirigano verso altri lidi e ci godiamo questa isola felice.
Il pomeriggio è trascorso a prendere il sole e dormicchiare sulle rive del lago,prima di cena ci siamo fatti la ennesima pedalata lungo lʼargine di un torrente che scorre nei pressi,rientro in campeggio con aperitivo a base di spriz e cena in roulotte con verdure cotte formaggi di malga e frico.
Domattina agganceremo per dirigerci verso la pianura friulana,i miei genitori ci attendono ed avremo tre giorni di tempo per lavare tutti i vestiti,la roulotte e la macchina,venerdi sera saremo a Milano.
Un bilancio di vacanza più che positivo:rapporto qualità/prezzo eccezionale,luoghi stupendi,il Friuli Venezia Giulia si dimostra una meta da scoprire,invisa al turismo di massa,quasi geloso del suo isolamento.

km totali percorsi:1968 ore di guida:46

 

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